Arriva dalla regione Calabria, precisamente dalla zona di Vibo Valentia, l’ennesimo caso di violenza e uccisione di animali, avvenuto durante la scorsa settimana. A Francica un Comune di poco più di mille abitanti, un cane è stato ritrovato morto impiccato e legato al cancello di una proprietà privata di due anziani.
«Orrore a Vibo Valentia: cane trovato impiccato – ha fatto sapere il Partito Animalista Italiano (PAI) – Parte la denuncia dell'avvocato Cristiano Ceriello, su questo ultimo caso che arriva dal Sud. Un cane sgozzato è stato rinvenuto a Vibo Valentia. Forte intimidazione della malavita, forse gesto di un pazzo. Al lavoro per scoprire i colpevoli».
L’episodio è stato segnalato ai Carabinieri che ora stanno indagando per capire se possa trattarsi di un ennesimo caso di violenza contro gli animali, di un atto intimidatorio di minaccia o, come dichiarato dal PAI, del «gesto di un pazzo».
Il cane, un meticcio, è stato ritrovato purtroppo privo di vita, con una corda che lo legava al cancello di un fondo rustico in località Trebona. A fare la macabra scoperta i due proprietari del fondo, due pensionati che vivono insieme ai figli.
Dalle prime ricostruzioni, è emerso che sempre questa stessa famiglia avrebbe ricevuto altre minacce del genere in passato. Ora sul caso faranno luce i Carabinieri, mentre il Partito Animalista Italiano ha denunciato il fatto tramite l’avvocato Ceriello, affinché nessuno resti impunito per la morte del povero animale.
Non è da escludere che possa trattarsi proprio di un gesto intimidatorio, dato che molte organizzazioni mafiose hanno spesso usato in passato e continuano ad usare tutt’oggi animali morti per dare chiari segni di avvertimento ai destinatari degli spiacevoli messaggi.
La Lav, associazione animalista presente su tutto il territorio italiano, nell’anno 2022 aveva stimato che in Italia ogni 55 minuti viene fatta una denuncia per reati contro gli animali. Ma non era questo il dato più shoccante, come aveva spiegato a Kodami il criminologo Ciro Troiano, autore del dossier e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia dell'associazione: «Si deve pensare che i numeri, in realtà siano molto più alti. È difficile quantificare attraverso dati ufficiali la portata di un fenomeno criminale che per sua natura è sommerso».