A Siracusa, in Sicilia, un cane vittima di sevizie, è stato ritrovato dentro una proprietà privata legato a due catene: una talmente corta al collo che gli impediva di sdraiarsi e un’altra attorcigliata così stretta all’addome che ha rischiato proprio di segargli in due parti il corpo. In verità, il povero animale, è stato proprio legato da una matassa di catene, corde e catenacci da cui gli era impossibile liberarsi da solo. Accanto a lui solo un secchio vecchio e rotto con acqua putrida all'interno, probabilmente piovana.
A tirare fuori il cane da un giardino di una villetta degli orrori di proprietà privata a Siracusa dove per lungo tempo ha agonizzato, sono stati i volontari della Lav che hanno immediatamente effettuato un esposto per chiedere un intervento urgente della Polizia Municipale e dell’Asp veterinaria, intervenute sul posto per accertare le condizioni terribili in cui era costretto a vivere il cane e per liberarlo finalmente dalle torture.
Probabilmente il meticcio era un randagio del territorio che, una volta entrato nella villetta degli orrori, ci è rimasto a lungo prima di essere notato da chi ha fatto pervenire la segnalazione ai volontari. I segni delle torture sul corpo non lasciano dubbi: la ferita sull’addome, provocata dal peso della catena, è segno di una violenza che si è perpetuata nel tempo.
«Le condizioni in cui versava questo cane sono incredibili, chi lo ha seviziato in questo modo è una persona socialmente pericolosa – commentano i volontari LAV Siracusa – Stiamo depositando una denuncia e ci costituiremo parte civile per fare tutto il necessario affinchè venga dato il giusto peso a quanto accaduto e per evidenziare, ancora una volta, che tali condotte devono essere prevenute attraverso una rete di controllo sociale che sappia riconoscere, come ormai confermato da diversi studi, che la crudeltà contro gli animali è una dei primi segni di pericolosità sociale».
Il cane è stato sequestrato e affidato alle cure di una clinica veterinaria e le sue condizioni di salute psico fisica saranno monitorate costantemente dai volontari. Il responsabile delle sevizie inflitte al cane è stato identificato e deferito all’autorità giudiziaria.
Dal sito della Lav, i volontari concludono con una precisazione: «La modifica della normativa contro il maltrattamento di animali che chiediamo da tempo non è più rinviabile. Sono necessarie pene più severe e certezza della pena con l’esclusione, ad esempio, di possibilità come la messa alla prova per l’estinzione di reati in danno agli animali. Il tema dei maltrattamenti è cruciale, ecco perché abbiamo deciso di dare una risposta concreta con l’apertura a inizio 2023 di due sportelli contro il maltrattamento degli animali a Trento e Verona e l’apertura, entro giugno, di un nuovo sportello a Bari».
Il periodo di guarigione, previsto per la ripresa del cagnolino, è molto lungo. Solo in seguito i volontari potranno prendere in carico eventuali richieste di adozione che saranno attentamente valutate, tenuto conto anche dell'orribile passato alla sue spalle. Per informazioni il contatto a cui rivolgersi è 06 4461325 (LAV)
*Su Kodami non pubblichiamo le foto del cane nelle condizioni in cui è stato recuperato perché nulla aggiungono alla cronaca di quanto accaduto e sul nostro magazine in generale non mostriamo immagini che ledono la dignità di qualsiasi essere vivente. La foto in copertina è dunque uno scatto d'archivio.