Da Molfetta a Cutro, dalla vita libera controllata a una gabbia. La storia di Cocò ha dell’incredibile: era stato sterilizzato e microchippato 13 anni fa a nome del Comune di Molfetta, per essere lasciato con tutto il suo diritto di passeggiare per le strade della città come cane libero. Lì, infatti, lo conoscevano e lo amavano tutti: era il randagio, dal pelo chiaro e mansueto, che scodinzolava a chiunque gli passasse accanto. Un giorno, però, Cocò sparisce nel nulla, col profondo dispiacere di chi se ne prendeva cura e di chi gli offriva anche solo una carezza.
La sorpresa arriva lo scorso giugno. La Asl di Crotone contatta infatti la Lega del Cane di Molfetta e gli uffici comunali del paese pugliese e comunica di aver trovato sul suo territorio un animale microchippato. A risultare intestatario del simil Volpino risultava essere proprio il Comune di Molfetta. Come abbia fatto Cocò ad arrivare in Calabria è un vero mistero. Difficile che abbia fatto circa 350 chilometri solo con le sue zampe. Probabile che qualcuno abbia deciso di adottarlo, vedendolo per strada, salvo poi abbandonarlo di nuovo in un’altra città.
A quel punto è scattata la staffetta della solidarietà gestita dalla Lega del Cane che, dalla sede nazionale, a quella di Molfetta, arrivando in Calabria, ha fatto tutto il possibile per liberare Cocò che, in un canile, non c’era mai stato. L’animale, per giunta, è malato di Leishmaniosi e necessita di cure costanti. Possibile che siano state proprio queste le ragioni che hanno spinto al suo abbandono in Calabria. E così Serena Voci, Presidente della Lega Nazionale del Cane di Soverato, ha deciso di prendersi cura personalmente di questo piccolo viaggiatore inconsapevole.
«Ringrazio la Lega del cane per il tempestivo intervento e per la grande sensibilità dimostrata – ha commentato il Sindaco di Molfetta Tommaso Minervini, accompagnato dall'Assessore al Benessere degli Animali, Carmela Minuto – cogliamo l’occasione per lanciare un appello a tutti coloro che godono della compagnia degli animali di affezione affinché non si liberino di loro in vista delle vacanze o quando non stanno più bene. Abbandonare un cane, un gatto o un qualsiasi altro animale da affezione è un atto di crudeltà, significa condannarlo a morte certa. E non tutti hanno la fortuna che ha avuto Cocò».
Ricordiamo la campagna contro gli abbandoni di Kodami Vacanza Bestiale 2023, in cui abbiamo cercato di lanciare un appello anche alle istituzioni affinché si mettano in campo tutte le misure, in parte già previste, per arginare il fenomeno a partire dal periodo estivo. Basti pensare che se qualcuno avesse verificato la presenza di un microchip addosso al piccolo Cocò, sarebbe potuto risalire facilmente a un altro intestatario, diverso dal detentore che ha poi deciso, probabilmente, di abbandonarlo. E, come ha detto anche il Sindaco di Molfetta, non sempre va a finire così.