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31 Ottobre 2022
11:04

Cane da caccia obbligato a indossare un collare elettrico. Lncd: «Non deve più essere tollerato»

Piera Rosati, Presidente LNDC Animal Protection, ha sporto denuncia per l'ennesimo caso di cane da caccia obbligato a indossare un collare elettrico. La stessa cosa era successa il mese scorso, con il sequestro di altri due collari elettrici.

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«I cacciatori difficilmente si smentiscono. Per loro il cane non è un compagno con cui instaurare una relazione, ma uno strumento da utilizzare per il loro macabro passatempo e ogni mezzo è lecito, secondo loro, per ottenere il risultato desiderato».

È molto arrabbiata Piera Rosati, Presidente LNDC Animal Protection, davanti a un ennesimo caso di cane da caccia obbligato a indossare un collare elettrico dal suo pet mate. Il mese scorso, infatti, c'era stato il sequestro di altri due collari elettrici che un altro cacciatore aveva applicato ai suoi due segugi.

La denuncia, in questo caso, è stata presentata dalla Polizia Provinciale al termine di un’operazione di controllo dell’attività venatoria nella campagna di Stienta, in provincia di Rovigo.

Gli agenti hanno trovato un cacciatore il cui Springer Spaniel aveva al collo uno di questi crudeli apparecchi che vengono utilizzati per addestrare i cani tramite uno stimolo doloroso. Le punte metalliche di cui sono dotati, toccano la cute del cane e tramite un telecomando, producono scosse elettriche nel collo dell'animale.

Un metodo che, come confermato dalla Corte di Cassazione con la sentenza n.11561 del 2020, «incide sensibilmente sull’integrità psicofisica dell’animale producendo sofferenze e conseguenze sul sistema nervoso».

Ma che, nonostante, siano fonte di grande dolore e sofferenza psicofisica, continuano a essere in commercio e utilizzati soprattutto dai cacciatori per “educare” i propri cani.

La Polizia provinciale ha contestato il sequestro penale del collare e l'ipotesi di reato di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze. Alla denuncia si è unita anche LNDC Animal Protection.

«L’istinto di violenza e sopraffazione di queste persone» continua Rosati «non si limita soltanto agli animali che uccidono senza pietà, ma anche ai loro cani. La denuncia era il minimo, perché questo tipo di “addestramento” non può e non deve essere tollerato in alcun modo».

Le associazioni venatorie polesane hanno anche cercato di difendere il cacciatore, sostenendo che il semplice fatto di far indossare il collare elettrico non possa essere considerato un maltrattamento se non viene utilizzato per punire l’animale con la scossa.

«Mi sembra una giustificazione decisamente ridicola visto che, ci si domanda, quale sarebbe allora il motivo di farglielo indossare? Cosa potrebbe spingere queste persone ad acquistare un prodotto parecchio più costoso invece di un semplice collare?» si chiede retoricamente Rosati.

Diciamo, però, che oltre al caso specifico, sorprende in generale che questi apparecchi siano ancora in commercio nonostante non sia consentito utilizzare metodi cruenti per l’addestramento.

Oltre alle pronunce della Cassazione, infatti, anche la Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia, stabilisce che sia vietato provocare inutilmente dolori, sofferenze o angosce ad un animale da compagnia.

E, all'art.7 chiarisce che «nessun animale da compagnia deve essere addestrato con metodi che possono danneggiare la sua salute e il suo benessere, in particolare costringendo l'animale ad oltrepassare le sue capacità o forza naturale, o utilizzando mezzi artificiali che causano ferite o dolori, sofferenze ed angosce inutili».

Purtroppo, però, il collare elettrico, è ancora molto usato nell’addestramento, soprattutto dei cani da caccia, e viene ancora liberamente e tranquillamente venduto nei negozi e online.

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Simona Sirianni
Giornalista
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