A Biella un bambino di 8 anni è stato aggredito da un cane di grossa taglia durante una festa di compleanno. Il piccolo è stato trasportato d'urgenza all'ospedale di Biella a causa di un morso alla testa.
Al momento il bimbo non è in pericolo di vita e non è previsto il trasferimento al Regina Margherita di Torino. Il cane invece come da prassi in questi casi è stato preso in carico dai veterinari dell’Asl, in attesa di giudicarne l'eventuale pericolosità.
La valutazione dei veterinari esperti in comportamento dovrà tenere conto dell'esatta dinamica dell'episodio, ancora in fase di accertamento da parte delle Forze dell'Ordine.
In attesa di fare chiarezza sul caso, Kodami si è rivolta all'istruttore cinofilo esperto, Ivano Vitalini, per capire come gestire situazioni di potenziale stress per il cane, come sono le feste, ed evitare incidenti con i più piccoli.
L'esperto: «Il cane che aggredisce non è per forza aggressivo»
«C'è da fare una prima fondamentale distinzione da fare è che un cane che aggredisce non è necessariamente un cane aggressivo o pericoloso – spiega Vitalini – Il cane deve essere valutato in base al danno che fa e alla situazione in cui avviene l'incidente, non basta guardare al singolo episodio».
Il contesto è fondamentale per leggere le reazioni del cane, ed evitare di sottoporlo a tutte quelle situazioni stressanti, e di conseguenza di potenziale tensione. «La risposta del cane a uno stimolo negativo deve essere proporzionata, e questo vale per ogni razza o incrocio, dal Rottweiler al Chihuahua. Se un cane dà una pinzata alla mano mentre gli si leva la ciotola, ad esempio, non significa che sia pericoloso, anche se è di grossa taglia e può causare danni consistenti».
Una valutazione che prescinde dalla razza del cane, come sottolinea l'esperto: «La predisposizione a stare in determinati contesti dipende da chi è quel cane, non dalla razza. La valutazione da fare è sempre sul singolo».
In ogni caso è quindi fondamentale imparare a osservare le reazioni del nostro cane a determinati contesti, offrendogli un vasto bagaglio di esperienze che possa aiutare sia lui che noi. Non tutti i cani sono fatti per accompagnare i propri umani in contesti sociali, e questa caratteristica va rispettata se si vogliono evitare disagi e potenziali pericoli. Ma come capirlo?
«Spesso SI ignorano i segnali più sottili – spiega – Se il cane rimane fermo quando delle persone estranee vanno verso di lui per accarezzarlo, già quello è un segnale di non disponibilità all'interazione che va rispettato. Il non andare verso la persona che vuole avvicinarsi deve essere un campanello d'allarme. Non tutti sono uguali e alcuni non hanno capacità di dimostrare l'indisponibilità, mentre altri individui sono più espliciti con il ringhio. Al protrarsi delle condizioni di stress, anche il cane dalle risposte meno esplicite potrebbe reagire in maniera più decisa».
Tra i segnali di paura spesso non colti dalle persone c'è il freezing, l'atto di bloccarsi come "congelati" davanti a un rumore improvviso o a una strada che il cane associa a qualcosa di spaventoso. «Attenzione ai comportamenti silenti, spesso sottovalutati, che sono l'anticamera di problemi da attenzionare».
Ma il cane non è l'unico elemento dell'equazione di cui tenere conto. «Quando decidiamo di portare il cane con noi in un ambiente particolare come quello di una festa non possiamo ignorare chi è l'ospite. Se ha paura del cane togliamo l'occasione, ma evitiamo di scacciare il cane, anche solo a parole».
Quando ci sono bambini la situazione è ancora più delicata: «Non si può spiegare al cane che il bimbo sta scherzando o giocando con lui, e anche un bravo cane potrebbe reagire in maniera decisa a una provocazione reiterata. Sono quindi i bambini che vanno educati a una relazione rispettosa per prevenire problemi più grandi».