L’animale che lo scorso 21 maggio si è avvicinato a una donna a passeggio con il cane in via Menna a Palombaro (Chieti) portandolo via e scomparendo nel vicino boschetto è un lupo. Lo confermano i rilievi e gli accertamenti dai Carabinieri Forestali, che hanno corroborato il racconto della donna e della testimone oculare che ha assistito alla scena.
La predazione – perché di questo si è trattato – è avvenuta praticamente nel centro di Palombaro, piccolo Comune montano situato 536 metri sopra il livello del mare e denominato “sentinella della Maiella” per via della posizione strategica che occupa, affacciandosi sui fiumi Avella e Verde, all’interno dei confini del Parco Nazionale della Maiella.
La donna, Nadia Terenzi, stava passeggiando in via Menna con il cagnolino di piccola taglia al guinzaglio quando è comparso un lupo che ha provato una prima volta ad afferrare il cane tra i denti. Terenzi, 56 anni, ha provato a resistere, ma il lupo ha azzannato il cagnolino e lo ha trascinato via, facendola anche cadere. In un boschetto nei pressi dell’aggressione, i Forestali hanno trovato alcune macchie di sangue, nessuna traccia del cane o del suo cadavere. La donna è stata soccorsa e portata in ospedale per essere medicata per una frattura al polso e altre contusioni, e in questi giorni sta recuperando sia a livello fisico che emotivo: è sotto choc per l'esperienza vissuta e per la perdita di Snoopy, il cane di famiglia.
Kodami ha parlato con Simone Angelucci, responsabile veterinario del Parco nazionale della Maiella e referente del Progetto Wolfnext, per chiedere conferme e chiarimenti su quanto accaduto: «Il racconto della donna è interamente confermato – spiega Angelucci – sia da una testimone oculare che dai rilievi fatti dai Carabinieri Forestali. La dinamica è stata ricostruita fedelmente, e corrisponde a quanto raccontato dalla signora: il cagnolino, un meticcio di 12 anni, è stato portato via con tutto il guinzaglio, e lei è stata anche trascinata nel tentativo di fermarlo. Il lupo, perché certamente di questo si tratta, ha probabilmente sbranato la preda in un’area boscata nei pressi del centro abitato».
Le autorità del Parco della Maiella da giorni hanno avviato le operazioni finalizzate alla cattura del lupo per l’apposizione del radiocollare e le analisi genetiche, sistemando fototrappole nei dintorni di Palombaro. L’ipotesi primaria è che si tratti di un esemplare che è già stato avvistato in zona altre volte: «Non c’è certezza di nesso di causalità tra l’animale che si aggira in quella zona da due settimane e quello che ha aggredito il cane – conferma Angelucci – ma se si tratta di quell’animale è certamente un lupo. Quando lo cattureremo faremo la genetica, ma fenotipicamente e sotto il profilo del comportamento è un lupo».
L’episodio, secondo Angelucci, è una predazione in piena regola: «Nella nostra esperienza abbiamo visto che ci sono due tipi di aggressioni tra lupi e cani. Una di tipo territoriale, che si verifica solitamente sui territori dei branchi consolidati e avviene su cani di grossa-media taglia verso cui si instaura un atteggiamento conflittuale e competitivo, e una di tipo predatorio, che avviene quando l’animale è piccolo. Questo è quasi certamente un episodio di tipo predatorio: non è un’aggressione alla persona ma comunque avvenuta vicinissimo, tanto da coinvolgerla indirettamente». Non era insomma la donna il bersaglio del lupo, ma la preda, ovvero il cane.
Ciò che fa riflettere è però un comportamento decisamente atipico da parte di un lupo, che di base rifugge il contatto e la vicinanza con gli esseri umani. «Questo ci fa pensare a un profilo di problematicità di questo specifico individuo – prosegue Angelucci – Noi monitoriamo branchi consolidati da anni in zona, e sappiamo che a oggi in quel punto c’è il brando di quel territorio che mai ha dato segni di problematicità o eccessiva confidenza. Questo però è un esemplare isolato, che è stato avvistato più volte solo, nei pressi del centro abitato, nelle ultime due settimane. Si potrebbe trattare di un individuo in dispersione che proveniente dal branco ma è stato allontanato, oppure di un individuo in dispersione che proviene da un altro territorio e si è insediato lì perché ha avuto condizioni favorevoli».
«Abbiamo già attivato e potenziato il monitoraggio intensivo in zona e siamo stati autorizzati da Ispra a catturare l’esemplare per mettergli il radiocollare – conclude Angelucci – Chiaramente va tenuto conto del fatto non è certo che cattureremo e metteremo il collare allo stesso animale autore dell’aggressione, ma faremo le valutazioni del caso rispetto a questa eventuale condifenzialità eccessiva o problematicità».