Ancora animali maltrattati e tenuti in pessime condizioni igienico sanitarie: questa volta è successo a Cava de' Tirreni, in provincia di Salerno. L'intervento delle guardie ecozoofile dell'ANPANA è avvenuto dopo numerose segnalazioni da parte dei vicini. Sul posto le guardie hanno trovato un cane incatenato e tenuto in condizioni pessime, oltre a capre e pecore rinchiuse in recinti strettissimi e senza alcun tipo di rispetto per le più basilari norme igieniche e di benessere animale: il proprietario dell'immobile è stato multato per maltrattamento animale con due sanzioni da 600 €.
Tenere cani legati a una catena per giorni interi, a volte per un'intera vita, è una pratica barbara che, tuttavia, non è esplicitamente vietata a livello nazionale. Le uniche normative che si occupano di gestire il fenomeno si trovano a livello regionale e comunale. La regione Campania aveva già detto «no» agli animali legati a catena tempo fa, ma solamente lo scorso anno è arrivata la modifica alla legge sul benessere animale che ha introdotto finalmente le sanzioni.
Nelle altre regioni, invece, la situazione è piuttosto variegata, come spiegato nel nostro approfondimento a cura dell'avvocato Salvatore Cappai. Ve ne sono alcune virtuose e altre che si disinteressano completamente alla questione. La Legge Regionale dell'Umbria n. 10 del 2016, per esempio, prevede un generico divieto dell'uso della catena e stabilisce una sanzione che va da 150 a 900 €. Ci sono poi regioni come Basilicata, Liguria e Sicilia nelle quali la materia non è stata in alcun modo regolamentata.
Sul tema nel 2021 Green Impact e Save The Dogs avevano pubblicato il più grande e approfondito rapporto sui cani legati alla catena in Italia e non solo. Il report era stato seguito poi dalla campagna #LiberiDallaCatene, che attraverso una petizione online aveva raccolto oltre 10mila firme.
Per quanto riguarda invece la detenzione di animali da cortile o d'allevamento tenuti in pessime condizioni, è il Codice Penale che regolamenta e punisce il maltrattamento. In particolare l'articolo 727, che è stato modificato e integrato dalla Legge 189 del 20 luglio 2004 "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate".
L'articolo 727 C.P. recita: «Chiunque abbandoni (l’abbandono si configura quando l'animale è lasciato solo, senza che nessuno se ne prenda cura come ad esempio nel periodo estivo) animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze».
Dall'ultima frase si evince che l'abbandono, oltre ad essere inteso come azione di lasciare volontariamente un animale, venga inteso anche come negligenza, ossia l'assenza di cure verso l'animale, le cui condizioni sono quindi lasciate ad uno stato di abbandono o sono incompatibili con la loro natura.