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9 Maggio 2023
11:39

Cancro negli animali: come comportarsi e come aiutarli

Il cancro è una malattia molto diffusa negli animali domestici le cui cause sono ancora largamente sconosciute. Per fortuna, grazie all’avanzamento della medicina veterinaria, l’aspettativa di vita è aumentata notevolmente. Vediamo quindi come affrontare una diagnosi di cancro e come aiutare i nostri animali.

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Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
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Il cancro è una malattia molto diffusa negli animali domestici le cui cause, a differenza dei tumori dell’uomo, sono ancora largamente sconosciute. Questa malattia insorge allorché uno o più fattori cosiddetti cancerogeni alterano il DNA cellulare, causando delle mutazioni che si propagano fino a quando le cellule si riproducono in maniera afinalistica.

Da un punto di vista del comportamento biologico le neoplasie si distinguono in benigne e maligne. Queste ultime sono a crescita espansiva e si riproducono a distanza (metastasi).

I tumori sono frequenti negli animali anziani e oggi le diagnosi di cancro sono aumentate rispetto a un tempo, sia perché si è allungata la vita media degli animali di casa che per la diffusione di tecniche diagnostiche più avanzate. Si stima che un animale su 4 possa ammalarsi di cancro e che dopo i 10 anni di vita la metà riceverà una diagnosi di cancro.

Per fortuna, grazie all’avanzamento delle conoscenze nelle diverse discipline della medicina veterinaria l’aspettativa di vita è aumentata notevolmente rispetto al passato. Pertanto, una diagnosi di cancro non deve produrre sconforto nel pet mate che deve affidare il proprio amico a 4 zampe alle cure dell’oncologo veterinario con la consapevolezza che anche un mese di vita guadagnato è un tempo lunghissimo per i nostri beniamini che hanno una vita più breve della nostra.

Come capire se il nostro animale domestico ha un tumore

Il cancro ha un'insorgenza subdola e generalmente si manifesta sotto forma di piccole lesioni che non danno luogo a manifestazioni cliniche evidenti e dunque non vengono rilevate dal pet mate. Generalmente, la prevenzione o comunque l’attenzione da parte della persona di riferimento può riguardare i tumori della pelle e degli annessi cutanei che sono più facilmente e direttamente esplorabili. Inoltre, è importante che se si possiede una razza che ha una maggiore probabilità di sviluppare neoplasie (le razze brachicefale ad esempio sono più predisposte al mastocitoma) le visite dal medico veterinario devono essere frequenti e mirate.

Le femmine non sterilizzate di qualsiasi razza tendono ad ammalarsi di cancro alle mammelle per l’influenza degli ormoni ovarici, pertanto il pet mate deve far controllare specificamente dal medico il proprio animale o recarsi prontamente se nota la presenza di un piccolo nodulo a livello di una o più mammelle. Questa raccomandazione vale anche se casualmente accarezzando il nostro compagno ci accorgiamo di una irregolarità o di una piccola lesione.

Infine, qualsiasi anomalia visibile o comportamento che possa far pensare ad un’alterazione delle funzioni richiede l’attenzione ed eventualmente la visita dal medico veterinario.

Cosa fare se il cane ha un tumore?

Quando viene diagnosticato un tumore, il medico deve innanzitutto, in base alla diagnosi, valutare l’estensione ovvero capire se e dove quella massa si è estesa nel corpo. Solo dopo aver attentamente “stadiato” l’animale si può procedere alla pianificazione della terapia oncologica più opportuna. In molti casi la chirurgia, ovvero la rimozione della singola neoplasia, è sufficiente per avere la guarigione completa. In altri casi sarà necessario aggredire la massa con l’impiego di farmaci (chemioterapia) che colpiscono le cellule tumorali in rapido accrescimento.

Esistono diversi protocolli di chemioterapia che variano a seconda del tumore, dello stadio, dell’età del paziente. Tuttavia, questi farmaci non sono specifici per le cellule tumorali per cui uccidono anche le cellule di quei tessuti in rapido e fisiologico accrescimento dando luogo ad effetti collaterali da monitorare e limitare. Inoltre, con il tempo è possibile che si manifesti resistenza ovvero si selezionano cellule tumorali che non sono più sensibili al chemioterapico.

Un’altra opzione è rappresentata dalla radioterapia che consiste nell’irraggiare la massa tumorale in maniera specifica e diretta.

Altre possibilità sono rappresentate dalla formulazione di vaccini che “allenano” il sistema immunitario dell’animale a reagire contro le cellule tumorali oppure i cosiddetti “farmaci intelligenti” ovvero anticorpi monoclonali specifici per un bersaglio molecolare che hanno minori effetti collaterali e rappresentano la frontiera della terapia oncologica anche in medicina veterinaria.

L’animale ammalato di cancro spesso soffre di dolore acuto o cronico e dunque per questo motivo va sempre valutata la possibilità di somministrare farmaci antidolorifici, sia FANS che oppioidi.

Purtroppo, in alcuni casi quando l’animale è terminale o non risponde alle terapie bisogna prendere in considerazione anche la possibilità di accompagnarlo verso il ponte arcobaleno. Per quanto sofferta questa decisione dovrà essere presa con consapevolezza ed affrontata insieme al medico-veterinario che preparerà il pet mate ed i suoi familiari.

Quanto può sopravvivere un animale con un tumore?

Nessuno può rispondere a questa domanda con precisione. Gli studi sui diversi tumori animali possono dare una risposta indicativa sui tempi di sopravvivenza in relazione ai fattori prognostici tipici di quel tumore. Esistono dei fattori prognostici relativi ad aspetti istologici della neoplasia e che sono indicati nel referto. Altri fattori prognostici sono di carattere clinico e relativi alla grandezza ovvero l’estensione della massa e presenza o meno di metastasi linfonodali o a distanza in altri organi. La sopravvivenza dipende poi anche dalla risposta alle terapie in cui possono avere un ruolo anche fattori individuali.

"Ho pregato ed il mio Fido è miracolosamente guarito dal cancro". Questa potrebbe essere l’affermazione di chi, similmente a storie narrate e diffuse in medicina umana, crede che i santi possano fare miracoli. Eppure talvolta ci troviamo di fronte a guarigioni che possono apparire miracolose, ovvero diagnosi di un tumore magari in forma molto aggressiva che scompare. Che cosa è successo davvero?

Due sono le spiegazioni. La prima è che la diagnosi di tumore è un atto compiuto dall’uomo e dunque fallibile. In altri termini, anche il medico può sbagliare. È possibile che forme reattive flogistiche possano essere simili ad un tumore e dunque bona fide si diagnostica un cancro che in realtà non c’è. Per cui dopo essersi affidati al santo di turno “miracolosamente” la malattia, che in realtà non c’era mai stata, scompare. Per fortuna l’errore è molto raro.

Un’altra spiegazione risiede nella capacità da parte di alcune cellule del sistema immunitario di attivarsi e neutralizzare le cellule cancerose. Soprattutto quando la malattia è ai primi stadi davvero può scomparire, ma non per intercessione di chissà chi o cosa.

Insomma, quando un pet riceve una diagnosi di cancro è sempre bene affidarsi alle cure migliori possibili lasciando perdere suggestioni o credenze che non hanno fondamento. E soprattutto non affidarsi a chi comunica certezze su risposta alle terapie o sopravvivenze perché, parafrasando un famoso genetista, in quel caso vi vuole vendere qualcosa.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Giuseppe Borzacchiello
Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Sono professore universitario di ruolo presso il Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali dell’Università degli studi di Napoli Federico II e titolare della cattedra di Fisiopatologia degli animali domestici. Ho insegnato in diverse Università italiane, corsi di perfezionamento e master universitari. Appassionato di animali e di cani in particolare, mi occupo da oltre vent’anni di ricerca scientifica nel campo della patologia spontanea degli animali domestici e di tematiche inerenti l’oncologia comparata.
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