In una scatola erano state nascoste due zanne di elefante di contrabbando e chi le aveva spedite voleva spacciarle come “masserizie usate ed effetti personali”. I funzionari dell’Agenzia delle dogane del porto di Napoli se ne sono accorti dopo un controllo su un carico e le hanno bloccate. Si tratta di zanne non dichiarate e senza la licenza di esportazione prevista dal regolamento europeo per la protezione di specie della flora e della fauna.
Gli 007 dell’Agenzia delle dogane hanno avuto la conferma dell’avorio illegale facendo un controllo grazie ai tecnici del laboratorio chimico di Napoli. Le zanne proverrebbero dall’Africa e sarebbero state trafugate dai bracconieri.
Non sono rari ritrovamenti di questo genere in Italia. Qualche mese fa un blitz dei carabinieri aveva scoperto una zanna d’elefante da 150.000 euro in una azienda agricola del Comune di Stefanaconi (Vibo Valentia). Un affare, quello degli animali selvatici, che a livello mondiale conta (secondo stime del Wwf), un business di 280 miliardi di dollari ogni anno.
La situazione è così critica che persino gli elefanti, naturalmente, stiano nascendo senza zanne. In un lavoro pubblicato su Sciencealcuni ricercatori hanno esaminato l‘impatto del bracconaggio dell'avorio durante la guerra civile del Mozambico (1977-1992) sull'evoluzione degli elefanti della savana africana (Loxodonta africana) nel Parco nazionale di Gorongosa.
Questo fenomeno di mancata crescita delle zanne riguarda solo le femmine. Il perché lo spiega il Dna: i dati dell'indagine hanno rivelato modelli di ereditarietà delle zanne in presenza di un tratto dominante legato al cromosoma X, letale per gli esemplari maschi. Prima della guerra, circa il 18,5% delle femmine era naturalmente senza zanne, una caratteristica che le rendeva indesiderabili per i bracconieri. Tra le 91 femmine di elefante nate dopo la guerra, invece, quella percentuale è salita al 33%.