A Osoppo, comune friulano in provincia di Udine, si è appena concluso il nono campionato italiano di uccelli canori in cattività, dove sono stati premiati i migliori esemplari tra gli oltre seicento che hanno partecipato alla gara. L'evento che mette in mostra decine tra le specie più iconiche e dal canto più melodioso presenti in Italia, come i turdidi, la peppola, il fringuello, il cardellino e tanti altri, è stata definita dall'assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli come «una manifestazione che rinsalda le tradizioni e il valore del rispetto della natura».
Di tutt'altro avviso però è il Gruppo Movimento 5 Stelle del consiglio regionale del FVG: «La natura non ha niente a che vedere con l'ascoltare degli uccelli cantare da dentro una gabbia». Ha affermato attraverso un comunicato la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo, in risposta alle dichiarazioni dell'assessore Zilli.
«Parliamo di animali che vivono rinchiusi e, nella maggior parte dei casi, vengono coperti per essere scoperti soltanto per farli cantare – ha continuato Dal Zovo – Cosa ci sia di bello e di naturale in tutto questo davvero mi sfugge. Natura è passeggiare all'isola della Cona o in un bosco, e ascoltare il canto degli uccelli e i versi degli altri animali nel loro habitat, non certo in una gara canora con specie allevate in cattività e costrette in gabbie di dimensioni ridicole» ha concluso l'esponente dei 5 Stelle.
La passione per i canti degli uccelli accompagna da sempre l'uomo nel bene e nel male: «Il canto è amato, studiato, ascoltato da tempi immemori – spiega a Kodami l'ornitologo Rosario Balestrieri – e la tradizione di ascoltarlo tenendoli in gabbia ha radici profonde. In passato, quando gli allevamenti non erano molto diffusi era purtroppo anche molto diffusa la cattura di individui in libertà, e questo era molto deleterio sia in termini di benessere animale, visto che la cattura è sempre traumatica, che in termini di danni alle popolazione selvatiche».
«Oggi fortunatamente le cose sono migliorate – ha proseguito Balestrieri – ed è possibile detenere gli uccelli con certificati di nascita e anelli identificativi. Meglio quindi che ci siano manifestazioni e circuiti che permettano di evitare catture illegali in natura. C'è anche da dire che anche se gli uccelli in gabbia indotti a cantare possono mostrare alcuni aspetti interessanti del loro canto, certamente non rappresentano appieno la miriade di comportamenti e sfaccettature canore che mostrano solamente in natura. Non amo gli uccelli in gabbia, ma meglio che esistano allevamenti controllati e autorizzati piuttosto che prelievi illegali in natura».
Le catture illegali sono infatti ancora molto diffuse nel nostro Paese, che è ai primi posti per bracconaggio in Europa. Proprio per questo di recente i Carabinieri forestali in sinergia con gli inanellatori riconosciuti dall'ISPRA, stanno provando a contrastare il fenomeno della contraffazione degli anelli d'allevamento grazie all'operazione Anello mancante, per evitare che altri uccelli catturati in natura vengano spacciati per nati in cattività con documenti e anelli falsi.