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28 Settembre 2024
12:00

Cammelli e cavalli maltrattati e uccisi nei siti turistici egiziani. La Peta: «Mettiamo fine a questo business crudele»

Gli animali, denuncia l'associazione, vengono quotidianamente picchiati e torturati, costretti a trainare pesanti carrozze sotto il sole cocente con turisti a bordo e uccisi se troppo stanchi o malati per farlo.

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Un cavalli frustato a Giza in un frame della video inchiesta di Peta

Non è solo l’Italia a dover fare i conti con lo sfruttamento dei cavalli per le tradizionali botticelle. Anche l’Egitto sfrutta quotidianamente sia i cavalli sia i cammelli per mero profitto economico, costringendoli a trainare carrozze sotto il sole cocente e con temperature altissime per portare a spasso i turisti che arrivano in massa per visitare la Piramide di Cheope, conosciuta anche come Grande Piramide di Giza, e le tombe della Valle dei Re, a Luxor.

La denuncia di Peta Asia

La denuncia arriva da Peta Asia, che ha anche lanciato un appello a firmare una petizione per chiedere alle autorità egiziane di intervenire. La prima indagine degli attivisti della Peta risale al 2019, quando avevano documentato i maltrattamenti sia sui cavalli sia sui cammelli. A seguito dell'indagine il Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano aveva promesso di apportare modifiche ai regolamenti per tutelare gli animali. Gli attivisti della Peta sono però tornati in Egitto nel 2023 e nel 2024 trovando lo stesso drammatico scenario: animali picchiati quando erano troppo esausti per continuare a trasportare turisti, cammelli venduti e uccisi per la carne quando non riescono più a trainare le carrozze.

«Gli animali sono costantemente affamati e stanchi e vengono loro negate le cure veterinarie necessarie – spiega l’associazione – Gli investigatori della Peta Asia sono andati dietro il muro dell'area turistica delle Piramidi e hanno trovato quotidianamente cadaveri di cavalli o cammelli gettati nella spazzatura. Durante una visita, gli investigatori hanno trovato un cavallo ancora vivo lasciato morire tra dolori atroci. A pochi passi dai corpi in decomposizione, i cavalli malnutriti mangiavano cibo da mucchi di spazzatura».

«Invece di fermare gli abusi vergognosi, la polizia e le autorità governative collaborano sfacciatamente con gli operatori per intimidire i visitatori preoccupati nei siti turistici – sottolineano da Peta – In un'occasione, la polizia e un rappresentante del Ministero del Turismo e delle Antichità hanno arrestato un visitatore del parco che stava scattando foto alle Piramidi e gli hanno chiesto di cancellare tutte le foto e i video dei cammelli e dei cavalli, sostenendo falsamente che è contro la legge fotografarli. Hanno quindi cancellato e confiscato la scheda SD del visitatore. Nel frattempo, hanno ignorato i lavoratori che frustavano violentemente i cavalli nelle vicinanze. I cammelli vengono presi a pugni, pungolati e uccisi».

La richiesta di Peta Asia, cui un portavoce del Ministero avrebbe ammesso che l’obiettivo di eventuali miglioramenti era e sarà quello di «avvantaggiare i turisti, non gli animali maltrattati», è quello di arrivare a un divieto totale dell'uso di cavalli e cammelli alle Piramidi d'Egitto e in altri siti turistici. A questo si aggiunge un appello ai turisti che fanno passeggiate a cavallo o in cammello: «In questo modo contribuiscono a mandare avanti questo business crudele».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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