Lunedì 31 luglio, un incidente tra un'auto e un camion carico di suini che viaggiava verso il macello ha costretto a interrompere l'autostrada AP-7 di Barcellona per circa sette ore. L’incidente non conta nessuna vittima umana, mentre diversi animali sono deceduti a causa dell’impatto e altri sono stati feriti e si sono riversati spaesati in strada.
In Spagna tutti i titoli dei giornali hanno parlano dell’incidente, comunicando il disagio provocato alla circolazione, ma nessuno si è soffermato ed ha speso anche solo due parole sugli animali. Il modo in cui è stato trattato il fatto di cronaca ha generato molta indignazione, specialmente nel mondo animalista.
La dinamica dell'incidente
Lunedì 31 luglio, siamo a Barcellona, più precisamente sull’autostrada AP-7 a circa 20 chilometri di distanza dalla città catalana. Verso le tre del pomeriggio, su questa autostrada un autoveicolo e un camion che trasportava circa 190 maiali al macello si scontrano, il camion si ribalta e a un certo punto prende fuoco.
Il sinistro ha costretto a chiudere la strada per circa sette ore, di cui qualche minuto in entrambe le direzioni, creando una coda di circa 14 chilometri fino alla rimozione del mezzo pesante. Per fortuna l’incidente non è stato mortale per nessuna persona. Lo è stato invece per molti dei maiali.
Il numero degli animali deceduti nell’impatto non è stato stabilito o, meglio, non è stato comunicato da nessun media. Una ventina di animali, tra cui molti feriti, si sono invece riversati sulla strada, aiutando ad amplificare la circolazione della notizia a causa della singolarità dell’evento e della curiosità generata.
Sì certo, sette ore e 14 chilometri di coda sono tantissime e fanno notizia, specialmente nelle ore più calde di una giornata d’agosto, ma ciò che fa specie è anche come la cronaca è stata trattata.
Molte persone e, in particolare, il mondo animalista si sono indignate all’apprendere la notizia da parte dei media che hanno tralasciato completamente la questione legata agli animali deceduti, feriti e spaesati e più in generale al benessere degli animali trasportati.
Le immagini dei suini spaesati sull’asfalto, tra cui alcuni feriti e la presenza di loro cadaveri sul ciglio della strada non sono servite a sviare il focus e la priorità dell’evento dal blocco stradale.
Come mai un camion trasportava quasi 200 suini?
Ma come mai un camion trasportava quasi 200 suini? Noi preferiamo invece affrontare questa tematica. I quasi 200 suini erano trasportati su un camion a due piani ed erano diretti al macello.
Il trasporto di questi animali in una delle ore più calde di una giornata estiva non è certamente compatibile con il loro benessere. Gli animali durante il viaggio patiscono la sete e il caldo estremo, oltre alla paura, amplificati dal sovraffollamento nel mezzo.
Ma da dove venivano e dove erano diretti? In allevamento, i suini arrivati a “fine carriera”, ovvero quelli che hanno superato la fase dell’ingrasso, sono caricati nei camion. Quando il camion sembra aver raggiunto la sua capienza massima, una pedana, che pare essere il pavimento del camion, si solleva e trasporta gli animali verso l’altro, in un piano rialzato. Allora si continua a caricare il secondo gruppo di animali.
I suini viaggiano così, ammassati e spaesati verso il macello. Le distanze di viaggio possono essere più o meno lunghe e una volta arrivati, le manovre di scarico si ripetono al contrario. Scendono prima gli animali del pian terreno e poi la pedana meccanica si abbassa nuovamente.
Molti di questi animali arrivano a destino con livelli di stress altissimi cui si aggiunge, nei trasporti diurni estivi, il disagio termico. Dì lì, poi, in fila nei corridoi di cemento che portano alla scarica elettrica per lo stordimento e poi alla iugulazione per l’abbattimento.
La cronaca legata a quest’incidente ha trattato questi animali come invisibili, 190 vite che al massimo hanno generato curiosità nei testimoni oculari e generale indifferenza nei lettori, interessati per lo più al disagio del traffico.