Le temperature si abbassano e le mareggiate colpiscono le coste adriatiche. E’ questo il mix che, per una tartaruga marina, diventa un vero e proprio “codice rosso”. In questi giorni numerose sono state quelle recuperate dalla Fondazione Cetacea sulle coste emiliano-romagnole e marchigiane. L’effetto è il “cold stunning”, un fenomeno causato dall’ipotermia, a cui possono incorrere gli animali quando ci sono veloci cali di temperatura dell’acqua in mare.
Sono 5 gli esemplari salvati da domenica scorsa e che ora sono in un Centro di recupero cura e riabilitazione di Riccione. Michela, la piccolissima tartaruga recuperata per ultima ieri a Fano, a Fosso Sejore, è stata individuata da un volontario in pattugliamento. Altri 3 sono i recuperi, sempre nelle Marche, avvenuti grazie alla collaborazione con la guardia costiera: due a Senigallia (sono state salvate Magica e Fortuna) e una a Marzocca (dove la Fondazione si è presa cura di Adria). La prima tartaruga, Matteo, era stata recuperata domenica a Rimini, davanti alla spiaggia di Rivabella.
«Le tartarughe marine sono rettili e pertanto animali eterotermi, cioè non in grado di mantenere la temperatura interna corporea costante, come avviene ad esempio per i mammiferi – spiega Valeria Angelini, una della biologhe della Fondazione Cetacea – Questa caratteristica fisiologica fa sì che la vita e la salute di questi animali dipenda dalla temperatura dell’ambiente circostante in cui vivono, che deve essere all’interno di un intervallo, variabile a seconda della specie di rettile».
Ecco cosa fa lo shock termico a una tartaruga marina e come salvarla
Se la temperatura ambientale scende troppo e soprattutto molto in fretta, non dando tempo all’animale di spostarsi in zone più calde, possono esserci gravi conseguenze. Il freddo, infatti, rallenta il movimento della tartaruga marina che può essere più esposta agli scontri con imbarcazioni, al trascinamento della corrente verso ostacoli (come, per esempio, possono essere gli scogli) o a spiaggiarsi. «Inoltre, il raffreddamento può facilitare l’insorgere di patologie polmonari o potenziare infezioni batteriche o virali già in atto o l’attacco di parassiti – aggiunge Angelini – Il coma da freddo, ipotermia, se non trattato in tempo, porta al rallentamento di tutto il metabolismo dell’animale (con danni alla circolazione sanguigna, alla respirazione, e problemi al fegato) fino alla morte».
Cosa bisogna fare per salvare una tartaruga marina? «Quando si trova una tartaruga in questo stato, la prima cosa importante da fare è quella di riportare in modo graduale l’animale a una temperatura corporea ottimale per rendere efficaci poi tutti i trattamenti clinici. Quindi, mai mettere subito e di colpo una tartaruga in cold-stunnig troppo vicino a fonti di calore perché si rischia di provocare uno shock termico – aggiunge la biologa – Questo fenomeno può accadere in autunno, fine inverno o primavera, periodi dove è facile un repentino cambio di temperature; negli ultimi anni questo fenomeno è aumentato di frequenza perché i cambiamenti climatici, anche in mare, hanno reso più instabili e variabili le classiche stagioni e le loro caratteristiche».