Lancio riuscito e giunto a destinazione: la navetta cargo di SpaceX è atterrata sulla Stazione spaziale internazionale sabato mattina con il suo carico di rifornimenti per gli abitanti della Iss. Questa volta, però, sono atterrate anche alcune specie di piante e animali per portare avanti alcuni esperimenti scientifici. Di questi ultimi, in particolare ci sono tardigradi, inverterbati microscopici noti per la loro capacità di adattarsi a vivere in condizioni ambientali decisamente ostili, e piccoli di calamaro delle Hawaii.
Ancora una volta i tardigradi protagonisti degli esperimenti umani
L’esperimento che riguarderà i tardigradi, denominato “Cell Science-04” come viene spiegato su Media Inaf, il notiziario online dell’Istituto nazionale di astrofisica, ha l’obiettivo di individuare i geni che permettono a questo minuscolo animaletto di adattarsi in maniera così rapida in situazioni di stress. Infatti, collocati ovunque, che siano temperature o pressioni estreme, digiuni prolungati e radiazioni, i tardigradi hanno sempre mostrato una resilienza incredibile. Tra gli ultimi esperimenti che li hanno messi alla prova, l’essere sparati contro bersagli di sabbia a una velocità che ha raggiunto fino i 2970 chilometri orari, riuscendo a sopravvivere.
Per gli scienziati è importante capire meglio come i fattori di stress possano poi incidere sugli esseri umani nello Spazio, un ambiente che mette a dura prova gli organismi a noi noti e comprender quali mezzi usano i tardigradi per riuscire a sopravvivere e riprodursi in situazioni così estreme secondo gli scienziati è fondamentale per salvaguardare poi gli astronauti.
Le specie vegetali a bordo della SpaceX
Per quanto riguarda invece le specie vegetali inviate nello Spazio, c'è l’Arabidopsis thaliana che sarà utilizzata nell’esperimento "Advanced Plant Experiment-07" attraverso il quale gli astronauti della Iss studieranno in che modo il volo spaziale e quindi il cambio di gravità abbia interferito sull’espressione dei geni nelle cellule delle radici e dei germogli della pianta. Una volta in orbita, le piante prima verranno coltivate per circa 12 giorni in piccole serre per poi essere rinviate sulla Terra per tutte le analisi. Sempre l’Arabidopsis thaliana sarà utilizzata anche per l’esperimento "Biological Research In Canisters-24" che servirà a comprendere quali siano gli organuli, ovvero le strutture all'interno della cellula che svolgono differenti funzioni necessarie alla sua sopravvivenza, che aiutano la pianta a percepire la gravità e come rispondano a questa condizione.
Capire i meccanismi di adattamento ai cambiamenti estremi è il fine di tutti gli esperimenti, i cui risultati porterebbero a scoprire non solo modi migliori di abitare lo Spazio ma anche come sviluppare piante che sulla Terra siano in grado di resistere molto meglio ai cambiamenti climatici. Infatti la seconda specie vegetale atterrata sulla Iss è la Gossypium hirsutum, una pianta da cotone attraverso la quale si cercherà di capire quali siano le caratteristiche della formazione del sistema radicale. Termini difficili che significano più semplicemente un'opzione in più per i coltivatori di utilizzare quelle caratteristiche per migliorare lo sviluppo di queste piante rendendole più forti e potendo così eliminare sia un uso eccessivo di acqua che di pesticidi.