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9 Settembre 2021
16:23

Cairo, la storia del cane che contribuì alla cattura di Osama Bin Laden

Gli attentati dell'11 settembre 2001 fecero conoscere al mondo il volto di Osama Bin Laden che da quel giorno in poi divenne l'uomo più ricercato del mondo. A contribuire alla sua cattura e uccisione a Abbottabad in Pakistan nella squadra d'elite dei Navy SEALS c'era anche un cane di nome Cairo, questa è la sua storia.

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L'inizio di tutto è quella data impressa nella memoria di chiunque al mondo: l'11 settembre del 2001. Fu il giorno di vent'anni fa in cui degli attentati terroristici portarono al crollo delle Twin Towers, allo schianto sul Pentagono e alla caduta del volo dell'American Airlines in Virginia prima che raggiungesse un altro obiettivo da colpire sul territorio americano da parte dei terroristi di Al Qaida. Il leader supremo di quel movimento di jihadisti e autore morale degli attentati che fu identificato dal governo degli Stati Uniti come il principale responsabile di una strage che portò alla morte di circa 3000 persone era Osama Bin Laden, che da quel giorno divenne l'uomo più ricercato del mondo.

La seconda data da segnare in una timeline in realtà lunghissima che da quel giorno cambiò il destino di milioni di persone sul Pianeta e che arriva fino ad oggi con il recente ritiro delle truppe Usa dall'Afghanistan è il 2 maggio 2011, quando una squadra d'élite dei Navy Seals fece irruzione in un compound ad Abbottabad, in Pakistan, dove fu ucciso il leader di Al Qaida, appunto dopo anni di ricerche e caccia all'uomo. Di quel gruppo di persone armate fino ai denti e che compirono la cosiddetta operazione "Neptune Spear" c'era anche un cane di nome Cairo insieme al suo conduttore, Will Chesney, che su quella esperienza ha scritto un libro intitolato: "No Ordinary Dog", dedicato a quell'esperienza insieme al suo compagno di battaglia a quattro zampe.

Cairo era un mix di Pastore Belga Malinois ed era addestrato per missioni in teatri di guerra. Precedentemente a quel momento in cui partecipò alla cattura e all'uccisione di Bin Laden era già sopravvissuto alla morte. In un altro contesto, infatti, aveva attaccato due nemici in ​​un'imboscata ed era stato raggiunto da due proiettili. I cani da lavoro sono membri a pieno titolo delle squadre militari e Cairo all'epoca era stato curato sul campo da un medico del team per poi essere evacuato con un elicottero di soccorso e curato dai medici dell'ospedale di base.

Quando il mondo venne a conoscenza della morte di Bin Laden dopo che i Navy SEAL avevano fatto irruzione nel complesso dove si nascondeva, solo uno dei loro nomi fu immediatamente reso pubblico: quello di Cairo come ricorda anche il sito ufficiale del Memoriale dell'11 settembre in cui è disponibile anche un'intervista proprio al suo partner umano.

Nel libro Chesney ripercorre la vita con Cairo: il prima, il durante e il dopo quel giorno racchiuso tutto in un'operazione che secondo le fonti militari Usa durò in tutto 38 minuti. Il militare americano era sin da piccolo cresciuto con i cani e lavorava  con loro per prepararli a operazioni di assalto e combattimento sul campo come conduttore. Era il 2008 quando per la prima volta incontrò Cairo che solo anni dopo divenne poi il suo compagno inseparabile. All'inizio per lui non fu "un colpo di fulmine"e anzi il suo legame più forte si era creato con Bronco, un cane definito come amichevole, mentre Cairo era scostante ed era tutto incentrato sul lavoro. Dopo due settimane di addestramento, anche quando Chesney si rese conto che il mix Belga era un cane eccezionale, ancora aveva delle resistenze nel continuare a lavorare con lui. Fu il superiore di Will a dargli però il comando che portò poi a un'unione inseparabile: Cairo era il cane che lui avrebbe dovuto addestrare e insieme frequentarono un campo in Texas per sei settimane in cui strinsero una forte relazione. «La seconda notte, stavamo condividendo il letto – scrive l'autore del libro – anche se ricordo di averlo spinto via nel bel mezzo della notte perché era un coccolone e russava».

Il Pastore belga fu fondamentale per Chesney soprattutto dopo che rimase ferito a causa di una granata, evento che lo obbligò a ritirarsi per un periodo dall'attività militare sul campo per superare lo stress post traumatico e la dipendenza da droghe che ne era seguita. Il suo lavoro e il rapporto proprio con quel cane gli permisero di uscire dalla profonda crisi in cui era entrato e a lavorare come istruttore, unendosi di nuovo e per sempre a Cairo nell'aprile del 2014. In diverse interviste e anche nel libro il militare ha affermato che l'adozione di Cairo è stato l'evento che gli ha salvato la vita.

La descrizione di come Chesney e Cairo diventarono poi parte dell'operazione ad Abbottabad è la parte centrale di tutta la narrazione di questa storia nella Storia. In un articolo del New York Post il militare racconta che Cairo aveva ormai sei anni e stava per andare in pensione ma arrivò l'ordine ufficiale: «Prepara la tua attrezzatura. È successo qualcosa». Il cane fu prima mandato in North Carolina per allenarsi su una replica in scala reale del complesso dove si nascondeva Bin Laden e a ogni SEAL fu detto di mettere in ordine qualsiasi affare sospeso in vista di una operazione a rischio di vita. Chesney ha sempre ribadito che in quell'occasione era più preoccupato per Cairo che per se stesso: le possibilità che l'edificio fosse stato circondato da mine erano alte e pensava che il cane fosse l'elemento più a rischio.

Il 2 maggio 2011, Chesney e Cairo erano a bordo di un elicottero Black Hawk, ma non quello "famoso" che si schiantò direttamente proprio sull'edificio del raid. Lui e il cane riuscirono a saltare fuori come previsto dall'addestramento e Chesney diede il comando a Cairo per stanare le bombe mentre i SEAL invadevano il perimetro. Entrambi poi entrarono nella casa principale dove si trovava Bin Laden e insieme superarono i primi due piani. In quel momento, però,  un altro militare della squadra di Seals incrociandoli disse: “Non credo che abbiano bisogno del cane: è finita».

Ciò che era finita in realtà era la vita di Bin Laden ma secondo il racconto del militare Usa il fracasso procurato soprattutto dalla caduta del primo elicottero e poi dagli spari aveva svegliato le persone della zona. Cairo, sempre secondo il racconto fatto al New York Post, «ha tenuto a bada la folla fuori mentre i SEAL hanno preso tutte le informazioni che potevano – documenti, computer, videocassette e foto – e poi hanno fatto esplodere il Black Hawk abbattuto e si sono districati dal sito».

Trentasei ore dopo, la squadra che aveva portato a termine la missione Neptune Spear era già rientrata negli Stati Uniti per incontrare il presidente Obama. Fino a quel momento, l'allora Presidente Usa non sapeva dell'esistenza di Cairo. «Voglio incontrare questo cane», disse e così fece il 9 maggio del 2011.

Ogni SEAL ha ricevuto una "Silver Star" per l'incursione  tranne Cairo. «È stata una delusione per me – ha detto Chesney al New York post – Era importante per la missione quanto chiunque altro. Ha rischiato altrettanto».

«Il 2 aprile 2015, alle 3:20 del pomeriggio, Cairo è andato via pacificamente, circondato dalla sua famiglia, con papà che gli teneva la mano", ha scritto Chesney nel suo libro. Da allora l'ex Navy SEAL porta sempre con sé le sue ceneri conservate in una lattina di caffè, anche quando è in viaggio.

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