Era stata accalappiata nonostante fosse evidentemente in fase di allattamento. Dopo l’appello lanciato dai responsabili del Canile Sanitario di Bari potrà tornare finalmente dai suoi cuccioli. È la vicenda che ha visto come protagonista una cagnolina del capoluogo pugliese, la cui foto ha fatto in poche ore il giro della città. Dopo che, nei giorni precedenti, era stata vista in via Madonna delle Grazie, qualcuno aveva fatto una segnalazione alle forze dell'ordine. La cagnolina, così, era stata accalappiata nella notte tra domenica e lunedì. Una mossa non condivisa da chi si occupa dei cani della struttura comunale: «Ricordiamo a tutti che gli accalappiamenti sono disposti da vigili e ASL e non da noi», avevano tenuto a precisare sui canali social del canile.
La cagnolina cercava in tutti i modi di uscire dalla gabbia nella quale era stata forzatamente reclusa, istintivamente preoccupata di aver lasciato da soli i suoi piccoli. E così è partita la ricerca: «I cuccioli avranno circa 20 giorni – era scritto in un post condiviso da oltre 2mila persone – chiunque abbia informazioni utili per ritrovarli o conosca questa cagna è pregato di contattarci con urgenza». Un passaparola che ha portato presto i suoi risultati: nella serata di lunedì è stata rintracciata la sua famiglia. La cagnolina, ovviamente, non era microchippata. Eseguite in tutta fretta le procedure per l’iscrizione all’anagrafe canina, come previsto dalla legge, la giovane mamma è stata riportata dai suoi piccoli.
«Ce l’abbiamo fatta, mamma e cuccioli ricongiunti, siamo distrutti», hanno scritto sui canali social del canile. Poco più tardi sono arrivate anche le immagini che tutti speravamo di poter vedere: le foto dei piccoli, rimasti senza la mamma per un giorno intero, pronti a riprendere con l’allattamento. Un risultato che, però, non ha evitato lo sfogo dei volontari: «Vorremmo spendere due parole per tutti i giustizieri, i leoni da tastiera, che ci hanno bombardato e fatto perdere tempo ad ogni livello – scrivono nell’ultimo post sulla pagina del canile – bisogna fare i supereroi nelle sedi opportune e distinguere il virtuale dal reale».
Il riferimento va, ovviamente, al fatto che il cane, accalappiato a seguito di una segnalazione, girasse libero senza microchip: «La mammina ora è regolarmente registrata, come lo saranno i cuccioli – hanno aggiunto i volontari – viene adeguatamente sfamata (e meglio che in certi canili, vi assicuriamo) e verrà sterilizzata al momento opportuno. Qui da noi entrano ogni giorno cani privi di microchip ed ogni giorno ci sono almeno cinque famiglie che ci scrivono per sbarazzarsi del proprio cane. A differenza di chi invece per 24 ore ha fatto di tutto per allattare questi cuccioli e tenerli in vita e ha cercato ovunque la mammina, rintracciandoci infine in tarda serata in preda al panico e alla disperazione. Non siete giudici (per fortuna) e imparate umilmente una lezione: bisogna sempre perseguire il bene del e dei cani».
Uno sfogo che chiaramente non è un invito ad agire nell'illegalità né, tanto meno, una sorta di scudo per proteggere chi ha sbagliato all'origine di questa vicenda. Il post pubblicato è solo la constatazione di come spesso l'ottimo sia nemico del buono e di quanto, in ogni caso, si debba capire cosa sia meglio per tutelare un animale.