Tre uomini armati ripresi mentre si aggirano per una strada residenziale nella periferia nord di Roma, impegnati a cercare cinghiali. Il video arriva da via Marmorale, zona Bufalotta, un episodio che ha spinto la Lav a parlare di “Far West a Roma” e a condannare aspramente il cosiddetto emendamento “caccia selvaggia”, ovvero l’emendamento alla Legge di Bilancio 2023 che ha suscitato una bufera di proteste e contestazioni da parte delle associazioni che si occupano di tutela animale.
Nel video si vedono tre uomini vestiti di nero con torce e fucili in mano scandagliare le aree verdi della Bufalotta. Quando una cittadina chiede loro di «vedere un tesserino, o un’autorizzazione», i tre le rispondono di «allontanarsi, perché è pericoloso». Alle richieste insistenti della donna uno dei tre uomini le assicura che «ora andiamo a prendere i documenti», dopodiché il filmato si interrompe. Massimo Vitturi, responsabile della fauna selvatica per la Lav, ha confermato che sono ancora in corso gli accertamenti su quanto accaduto, ma che l’episodio conferma quanto l’emendamento ribattezzato “caccia selvaggia” rappresenti un pericolo non soltanto per gli animali, ma anche per gli esseri umani.
«Cacciatori sparano ai cinghiali a pochi metri da case e strade – sottolinea Vitturi – Un atto di violenza intollerabile verso animali e cittadini, accaduto ancor prima dell’entrata in vigore dell’emendamento caccia selvaggia. Un emendamento che consentirà ai cacciatori di sparare a qualunque animale, in qualsiasi luogo, e contro il quale stiamo organizzando la nostra mobilitazione nazionale».
«L’emendamento caccia selvaggia è ormai legge dello Stato – dice Vitturi a Kodami – solo il Parlamento può intervenire per modificarlo, ma per essere messo in pratica richiede uno specifico atto da parte della Regione, una delibera che recepisca la legge nazionale. La Regione Lazio ancora non l’ha emanata, e noi siamo pronti a impugnarla immediatamente, il giorno stesso della pubblicazione, davanti al Tar. Resta il fatto che l’emendamento ha creato un clima di persecuzione nei confronti dei cinghiali, e il Governo ne è primo responsabile. Il contenimento della peste suina e del numero dei cinghiali è diventato un pretesto: l’emendamento consente la caccia a qualsiasi specie, ed è sufficiente essere in possesso di regolare porto d’armi per scendere in strada armati e sparare anche vicino alle case. Che è quello che è successo alla Bufalotta: gente armata che attraversa la strada impugnando fucili».
«I cittadini si devono rendere conto dei rischi che corrono – prosegue Vitturi – In soli 5 mesi di questa ultima stagione venatoria sono stati 19 i morti e 60 i feriti per armi da caccia, figuriamoci cosa potrebbe accadere sdoganando i fucili in una città: per questo motivo abbiamo lanciato una petizione per chiedere ai Ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, ai Presidenti delle Regioni, ai Prefetti e ai Sindaci l’annullamento di “caccia selvaggia” e la messa in opera di tutte le azioni non letali e non cruente di prevenzione dei danni a tutela degli animali selvatici e a garanzia della sicurezza dei cittadini. Chiediamo di istituire divieti di caccia in zone urbane a tutela della sicurezza dei cittadini, e di utilizzare metodi di prevenzione, avviando la sperimentazione del farmaco per sterilizzare i cinghiali, di installare recinzioni e anche di investire in sistemi elettronici che prevengano incidenti sulle strade in cui si verificano con più frequenza».