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12 Ottobre 2022
10:30

Caccia nelle aree incendiate, Regione Liguria condannata dal Tar

Ora in Liguria sarà ripristinato il divieto di caccia per dieci anni, così come imposto dalla legge nazionale nelle aree boschive percorse da incendi.

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Dal 2000 la legge quadro nazionale sulla prevenzione degli incendi boschivi, impone che nelle aree incendiate sia vietata la caccia per i successivi dieci anni, dando così modo agli animali selvatici di riprendersi da un evento tanto catastrofico quale può essere un incendio del loro habitat naturale.

Nel 2008 la Regione Liguria aveva però approvato una legge regionale che, in violazione della norma nazionale, limitava il divieto a soli tre anni, assecondando così – di fatto – il mondo venatorio. Dopo la battaglia delle associazioni ambientaliste e animaliste è arrivata la sentenza del Tar della Liguria che dichiara illegittimo il divieto di caccia a soli tre anni rimandando a quanto previsto dalla Legge quadro nazionale.

«Grazie al nostro ricorso alla giustizia amministrativa, il Tar di Genova ha posto la questione di legittimità costituzionale della legge regionale sulla quale la Corte Costituzionale si è espressa censurandola proprio nella parte in cui riduce il divieto di caccia a soli tre anni, oltretutto limitandolo alle sole aree di superficie maggiore di un ettaro. Ovviamente il tutto in difformità alla Legge quadro nazionale». Così Enpa, Lav, Lipu e Wwf in merito alla sentenza n.828 pubblicata il 4 ottobre con cui il Tribunale amministrativo si è definitivamente pronunciato sul caso sollevato dalle associazioni animaliste.

Ora ci si aspetta che in Liguria sia ripristinato il divieto di caccia per dieci anni, così come imposto dalla legge nazionale nelle aree boschive percorse da incendi.

Le associazioni avevano infatti impugnato una circolare regionale che, in virtù della legge regionale n.22 del 1999 “Norme in materia di foreste e di assetto idrogeologico”, disponeva il divieto di caccia nelle zone boscate regionali incendiate per soli tre anni dall’evento incendiario, mentre la legge quadro nazionale n.353 del 2000, prevede che il divieto di caccia debba valere per i dieci anni successivi l’incendio.

L’istituzione del divieto di caccia nelle aree percorse dal fuoco è fondamentale per garantire la ripresa degli equilibri naturali nei luoghi colpiti da eventi così disastrosi. È evidente che consentire l’accesso dei cacciatori e dei loro fucili in quei luoghi, compromette gravemente la ricostituzione degli habitat, comportando l’uccisione di animali già in grave difficoltà a causa della scarsità di risorse a disposizione.

Il divieto di caccia limitato a soli tre anni per le associazioni è stato un favore che la Regione Liguria ha voluto elargire ai cacciatori, nonostante quanto previsto dalla normativa nazionale. Ora, gli effetti di questa condotta illegittima ricadranno sulle tasche di tutti i cittadini liguri, il Tar di Genova ha infatti disposto la condanna della Regione al pagamento delle spese legali sostenute dalle associazioni ambientaliste e animaliste.

«Non è certo una novità la compiacenza di alcune regioni nei confronti delle richieste dei cacciatori, ma è importante che i cittadini sappiano che queste decisioni scellerate ricadono poi sempre su di loro, in termini di perdita di biodiversità e, come in questo caso, anche in termini di costi economici», concludono in una nota congiunta le associazioni.

L’articolo 10 della legge 353/2000 “legge quadro in materia di incendi boschivi” prevede il divieto assoluto di caccia per un periodo di 10 anni su tutti i terreni boscati percorsi dal fuoco. Nelle zone incendiate, infatti, la fauna è sotto stress e si verificano fenomeni di sovraffollamento, sfruttamento intensivo delle risorse e accentuazione della competizione alimentare, causati dalla distruzione delle reti alimentari e dagli spostamenti degli animali superstiti, con conseguente aumento della mortalità.

L'ulteriore pressione dell’attività venatoria porta dunque al collasso il già precario equilibrio ambientale. Il divieto, per essere efficace, deve anche essere accompagnato dall’attivazione di tutte le procedure necessarie e da una opportuna sorveglianza perché vengano rispettate le disposizioni di legge.

L'effetto degli incendi provoca notevolissimi danni, sia diretti che indiretti, alla fauna e agli habitat naturali, con un numero imprecisabile di animali deceduti e numerosi siti di valore faunistico distrutti dal fuoco. Un quadro a dir poco critico che con l'attività venatoria può solo che  aggravarsi poiché, in una situazione ancora di piena emergenza, la caccia va a danneggiare gravemente anche alcune specie migratorie già in difficoltà nel reperire il cibo, in particolare dove gli incendi hanno parzialmente o interamente distrutto zone caratterizzate da boschi e macchia mediterranea.

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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