«L'abbattimento di cinghiali in aree urbane non è caccia, ma tutela della salute». Lo ha dichiarato ieri all'assemblea Coldiretti il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida intervenendo così nella discussione che si è creata con il passaggio dell'emendamento Far West in Legge di Bilancio.
L'emendamento, anche detto "caccia selvaggia", è stato presentato da Fratelli d'Italia, il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e prevede la possibilità di sparare agli animali anche in aree protette e urbane, questo sarà possibile perché il testo considera questa pratica non come caccia, quindi attività sportiva, ma come attività di gestione e contenimento dei selvatici:
Le attività di contenimento disposte nell'ambito del Piano non costituiscono esercizio di attività venatoria e sono attuate anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane, nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto.
Non solo, tra i motivi che possono innescare «la cattura e l'abbattimento» degli animali selvatici c'è anche la «sicurezza stradale». Come abbiamo spiegato in un video, saranno autorizzati a sparare non solo gli addetti specializzati al selecontrollo, ma anche i proprietari dei fondi agricoli sui quali si applica il Piano di contenimento dei selvatici, qualora muniti di regolare licenza di caccia.
Un emendamento che la deputata del Movimento 5 Stelle Carmela Auriemma raggiunta da Kodami definisce «vergognoso». Per la parlamentare specializzata in diritto ambientale si tratta di una previsione «dannosa che apre molti scenari di pericolo per le persone e ovviamente per gli animali. L'emendamento è stato fatto passare alle 6 del mattino, dopo la maratona notturna in Commissione Bilancio, in spregio a ogni prassi democratica».
Non sono però solo le opposizioni a rilevare delle problematiche rispetto all'emendamento. Lo ha fatto anche Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi, l'associazione di categoria che riunisce e rappresenta gli Enti gestori delle aree protette, con una lunga lettera aperta: «Non giudico positivamente è il fatto che non sia necessario un corso per abilitare cacciatori alle operazioni di controllo. Infatti la caccia è una cosa ed il controllo un’altra, anche se lo strumento può essere sempre l’arma da fuoco, il controllo presuppone la conoscenza di problematiche diverse».
Attualmente, per esercitare attività di selecontrollo all'interno dei Parchi è necessario un corso, con l'introduzione del nuovo emendamento sarà necessaria la sola licenza di caccia, un requisito che il numero uno di Federparchi reputa insufficiente: «mentre un cacciatore può possedere il know how per le operazioni di controllo che riguardano specie cacciabili (Cinghiali, Cervi, Daini, mufloni etc.), ovviamente nulla sa di come si deve intervenire su altre specie, soprattutto aliene (scoiattolo grigio, procione, parrocchetto etc.). Per questo l’ausilio di specialisti, che non necessariamente sono cacciatori è fondamentale per la buona riuscita delle azioni».
Accanto a queste ed altre problematiche, Sammuri rileva con favore però l'avallo del Governo alle attività di abbattimento e cattura degli animali: «È stata tolta la dicitura ambigua che richiedeva "metodi ecologici" prima di usare catture e abbattimenti per il controllo della fauna selvatica. Il legislatore quando ha scritto tale norma forse pensava a “metodi non cruenti” ma per come era scritta non voleva dire nulla».
I metodi proposti con l'emendamento di Fratelli d'Italia sono invece inequivocabilmente cruenti, e condotti da personale non formato né specializzato. L'indirizzo del Governo era però facilmente intuibile già in fase di campagna elettorale quando Lollobrigida, cognato della presidente Meloni, dichiarava in un video in cui definiva la caccia «un'attività nobile», ed egli stesso ammetteva di essere un cacciatore con licenza che contribuisce alla «gestione del popolamento faunistico».
Mercoledì, davanti agli associati Coldiretti, è tornato a ribadire simili posizioni, questa volta, però, lo ha fatto da Ministro, difendendo l'operato del suo partito: «Non si tratta di attività venatoria ma permetterà di affrontare finalmente, senza dispersione di energie economiche inutili, il problema per contrastare alcune patologie che mettono a rischio la vita di centinaia di migliaia di animali. La selezione di animali serve a tutelare tutti».
E aggiunge: «In questa manovra c'è una soluzione a salvaguardia della sanità pubblica, non c'entra niente la caccia. Nel testo c'è scritto che non è attività venatoria ma è a salvaguardia degli interessi economici degli allevatori, dei coltivatori e dei cittadini».
Posizioni inconciliabili con quelle espresse dalle maggiori associazioni di protezione animale come l'Enpa: «Evidentemente il ministro Lollobrigida ha uno strana concezione della caccia e dell’attività venatoria – ha detto la presidente dell'associazione Carla Rocchi – Il ministro ha ben poco di cui compiacersi. Stanotte è stata scritta una pagina tristissima nella storia del nostro Paese. Con un blitz vergognoso, la maggioranza ha approvato un provvedimento inammissibile,perché estraneo alla legge di Bilancio, e incostituzionale ,che ci espone alle procedure di infrazione dell’Europa. L’emendamento “caccia selvaggia” non serve né a “gestire le popolazioni selvatiche”, né a combattere eventuali patologie animali, come la Psa citata dal ministro , che con l’emendamento "caccia selvaggia "non ha nulla a che vedere. Il mondo scientifico ha infatti ampiamente dimostrato, in ogni sede,anche di audizioni parlamentari, che le fucilate producono proprio l’effetto contrario. . È chiaro a questo punto che il ministro dell’agricoltura e la maggioranza non hanno conoscenza della materia. Stanotte è stato fatto scempio del diritto, ci appelliamo alla coscienza dei parlamentari affinché sia posto rimedio a questo terribile vulnus normativo».
Il Wwf ha segnalato anche l'incoerenza di questo provvedimento rispetto alla riforma che ha introdotto la tutela degli animali in Costituzione: «Una pagina vergognosa per la tutela dell’ambiente in Italia. Viene totalmente ignorata la recente riforma della Costituzione che oggi all’art. 9 tutela “la biodiversità e gli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni”: Governo e Parlamento stanno abdicando a gestire la fauna, patrimonio indisponibile dello Stato, affidandosi totalmente ai cacciatori».
«Viene da chiedersi se i parlamentari che stanno votando a favore di questo provvedimento si rendano effettivamente conto di cosa stanno approvando e se sono pronti anche ad assumersene le responsabilità», conclude il Wwf.