La curiosità non è mai diminuita, tanto che non ci sono più posti per poter partecipare alla nuova, super tecnologica ricerca di gruppo che, sabato 26 e domenica 27 agosto, scandaglierà nuovamente il Lago di Loch Ness nel tentativo di avvistare il famigerato mostro marino che da innumerevoli anni abiterebbe nelle profondità del lago scozzese.
A 50 anni esatti dalla ricerca che il Loch Ness Investigation Bureau (LNIB) effettuò sul lago nel 1972, infatti, il gruppo di ricerca indipendente Loch Ness Exploration (LNE) ha chiamato a raccolta piccoli e grandi esploratori che vogliano partecipare al nuovo tentativo di avvistamento. E le adesioni sono state talmente tante che ormai sono rimasti solo i posti on line, cioè la possibilità di partecipare a distanza attraverso una delle postazioni di avvistamento posizionale in hotel e ristoranti disposti lungo le sponde le lago e collegate via internet con gli iscritti. Esauriti invece completamente i posti per partecipare dal vivo ad una delle crociere sul lago (45 sterline il costo) per essere presente direttamente alla ricerca navigando sulla Deepscan guidata dal capitano Alistair Matheson e dotata di un idrofono da 60 piedi per ascoltare i rumori dalla profondità del lago.
Da quando 90 anni fa Aldie Mackay, direttrice dell'hotel Drumnadrochit, arrivò al pub trafelata annunciando di aver visto una “animale marino” assolutamente mostruoso, la fama del “mostro di Loch Ness”, dal nome del lago scozzese che nasconderebbe il famigerato animale, non è infatti mai diminuita. Lo dimostra il successo annunciato di questo weekend organizzato da Loch Ness Exploration con l’ausilio di nuove tecnologie mai utilizzate fino ad oggi. «Durante il fine settimana – spiega il sito dell’associazione – verranno impiegate apparecchiature di rilevamento mai utilizzate prima su Loch Ness per scoprire i segreti delle acque misteriose. Ciò include droni termici per produrre immagini termiche dell’acqua dall’aria utilizzando telecamere a infrarossi, poiché l’osservazione del calore dall’alto potrebbe fornire una componente cruciale per identificare eventuali misteriose anomalie. Infine, verrà utilizzato un idrofono per rilevare segnali acustici sott'acqua, ascoltando eventuali richiami, oltre ad ulteriore tecnologia nella caccia alla verità».
Il Loch Ness Centre appena rinnovato con 1,5 milioni di sterline
Il Loch Ness Centre si trova proprio presso il vecchio Drumnadrochit Hotel, dove avvenne il primo avvistamento. Recentemente rinnovato da Continuum Attrazioni che crea visita interattive e ricostruzioni storiche in molti siti del Regno Unito, è stato trasformato grazie ad un investimento di 1,5 milioni di sterline per creare una struttura completamente interattiva e moderna per riuscire a coinvolgere visitatori di ogni età. E in occasione del weekend di fine agosto si potrà sperimentare il tour delle sette stanze, con oggetti raccolti negli anni, partecipare a dibattiti scientifici, ed ascoltare resoconti di testimoni oculari e avvistamenti registrati, al costo di 30 sterline a persona.
«Da quando abbiamo avviato Loch Ness Centre, il nostro obiettivo è sempre stato quello di registrare, studiare e analizzare tutti i tipi di comportamenti e fenomeni naturali che potrebbero essere più difficili da spiegare. – spiega Alan McKenna. – La nostra speranza è quella di ispirare una nuova generazione di appassionati di Loch Ness e, unendoti a questo osservazione di superficie su larga scala, avrai una reale opportunità di contribuire personalmente a questo affascinante mistero che ha affascinato così tante persone da tutto il mondo».
Da dove nasce il mistero del mostro di Loch Ness?
La foto più famosa di quello che secondo alcuni potrebbe essere un animale preistorico che ancora abita le acque del lago, è sicuramente quella che viene indicata come “la foto del chirurgo” dal suo autore, il dottor Robert Kenneth Wilson, nel 1934. Quello che sembra essere, nella foto in bianco e nero, il collo di un gigantesco animale marino che emerge dalle acque del lago si rivelò poi essere un falso, costruito appositamente con un piccolo sottomarino al quale era stata applicata la testa (finta) di un serpente. Ma la foto fece il giro del mondo, alimentando una mitologia degli avvistamenti che, pare, avesse avuto inizio addirittura del Medioevo, quando un monaco avrebbe citato i suo incontro con una animale acquatico mostruoso.
Quello che però alimentò la ricerca degli avvistamenti fu certamente la notizia apparsa nel 1933 sull'Inverness Courier dell’apparizione di un “mostro marino” da parte di Aldie Mackay e di suo marito, i gestori dell’hotel Drumnadrochit. Da lì in poi si aprì per il lago, e per la sua comunità, una stagione di notorietà che non si è ancora conclusa e che ha portato questo specchio d'acqua dolce a sud-ovest di Inverness, a diventare una meta turistica tra le più ambite per chi visita le Highlands scozzesi. Alberghi e ristoranti sono nati sulle sue sponde e sono legati indissolubilmente alla storia di questo presunto animale di cui, a parte le testimonianze di chi assicura di averlo visto, non si ha atra conferma.
Agli avvistamenti ormai “storici” si sono succeduti, in epoca più recente, quelli ottenuti proprio grazie all’imbarcazione utilizzata sul lago per le crociere, la Deepscan che utilizzando i sonar per indagare il fondo del lago, ha dichiarato la presenza di un oggetto non identificato. Contrariamente a queste affermazioni, invece, non ci sarebbe stata traccia di presenze aliene nel lago in base alle ricerche del 1980 effettuate da un team di ricercatori internazionali sul dna del lago: né grandi dimensioni né presenze animali particolari, infatti, sarebbe state rilevate dallo studio.
Un clamore mediatico, alimentate dalle notizie di avvistamenti che periodicamente si sono succeduti negli anni, che nell’aprile 2015 ha spinto Google ad aggiungere una nuova funzionalità a Google Street View con cui l'utente può esplorare il Loch Ness sia sopra che sotto la superficie dell’acqua.
Anguilla gigante, lontra, foca, balena o, addirittura, animale preistorico, il mostro marino di Loch Ness non è mai stato confermato dalla scienza. Tra i sostenitori della sua reale presenza nel lago, qualcuno ha parlato anche di un esemplare di plesiorauro sopravvissuto all’estinzione, ma conferme in questo senso non ce ne sono mai state. Le descrizioni di chi lo ha intravisto, tra il grigiore dell’inverno scozzese e le brume che salgono dal lago allo scendere del sole, hanno registrato la presenza di pinne, gobbe sul dorso, collo a serpente, ma anche capacità di sgattaiolare dalla terra ferma alle acque del lago. Insomma, qualsiasi cosa fosse, era in movimento. E per qualcuno, si è anche fermato ad osservare i visitatori indiscreti prima di immergersi di nuovo nella profondità del lago. Ora si aspetta l’ultimo fine settimana di agosto per nuove segnalazioni e per la conferma definitiva dell’ospite la cui fama, in ogni caso, non scomparirà nel 2023.