C’è un gran sollievo da parte degli animalisti e della Royal New Zealand Society, la società neozelandese per la prevenzione della crudeltà verso gli animali, dopo aver saputo che l’iniziativa della “caccia al gatto”, un’assurda e altrettanto crudele gara per eliminare quanti più gatti selvatici possibile, è stata annullata.
Gli organizzatori della North Canterbury Hunting Competition hanno annunciato la cancellazione dell'evento che quest’anno era stato aperto anche ai bambini, affermando di aver ricevuto proprio per questo «e-mail vili e inappropriate» e scusandosi per aver dato «una delusione a coloro che erano entusiasti di essere coinvolti in qualcosa che riguarda la protezione dei nostri uccelli nativi e di altre specie vulnerabili», ha scritto il gruppo su Facebook.
Un post che ha ricevuto più di 100 commenti dagli utenti, molti dei quali hanno difeso l'evento definendolo un «abbattimento controllato necessario per scongiurare i danni che i gatti selvatici causano».
Una modalità di gestione della fauna che, se auspicata da alcuni, è considerata chiaramente inammissibile da parte degli animalisti entusiasti invece della decisione presa. Alcuni di loro hanno spiegato ai giornali locali che il loro "no" non dipendeva solo da un motivazione etica, ma anche dal rischio «che bambini e adulti potessero non riuscire a distinguere un gatto domestico da uno selvatico, randagio o spaventato».
Aggiungendo anche che «i bambini userebbero fucili ad aria compressa, aumentando in modo esponenziale la probabilità di una morte lenta e dolorosa per l'animale».
Anche la PETA ha accolto con favore la decisione di annullare l'evento, visto che «incoraggiare i bambini a dare la caccia e uccidere gli animali – ha dichiarato il vicepresidente per l'Asia – è un modo infallibile per crescere adulti che risolvono i problemi con la violenza. Dobbiamo promuovere l'empatia e la compassione nei bambini, non guidarli a credere che gli animali siano "meno degli" umani, addirittura premiandoli per la brutalità nei loro confronti».
La guerra ai gatti in Nuova Zelanda è cosa che va avanti da tempo. I felini sono accusati di fare scempio di uccelli come i kaka, i tui e i bellbird e sono ritenuti una grave minaccia per le specie autoctone e la biodiversità del Paese. La Royal Forest and Bird Protection Society, ha stimato che più di un milione di uccelli nativi ogni anno e oltre a decine di milioni di uccelli non nativi, vengano uccisi dai gatti.
Ma la Royal New Zealand Society per la prevenzione contro la violenza agli animali non ci sta e cerca di proteggere i mici da quella che considera una caccia alle streghe.