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22 Luglio 2022
14:07

Buone notizie per le tigri: cambiano le stime, più di quante si pensava e numeri in aumento

Secondo l'ultimo report IUCN in natura ci sono quasi 6.000 tigri, ben il 40% in più rispetto alle ultime stime ufficiali. Le popolazioni sono ora stabili o in crescita grazie ai progetti di conservazione, ma l'attenzione resta alta: le minacce per la sopravvivenza della specie sono ancora molte.

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Arrivano finalmente buone notizie per il felino più grande del mondo: la tigre. Secondo l'ultimo monitoraggio effettuato dall'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN) si stima infatti che in giro ci siano fino a 5.578 esemplari, ben il 40% in più rispetto agli ultimi dati ufficiali pubblicati nel 2015. Queste nuove e incoraggianti stime sono il frutto non solo di un'indagine più accurata e precisa, ma anche una diretta conseguenza dei progetti di conservazione, che dimostrano finalmente che il recupero è possibile.

La specie resta ancora gravemente minacciata di estinzione, ma fortunatamente lì dove esistono programmi di recupero e conservazione degli habitat, la popolazione è finalmente stabile o addirittura in crescita. Negli ultimi 100 anni le tigri hanno perso più del 93% del loro storico areale, sopravvivendo solamente con piccole popolazioni sparse in 13 paesi, dall'India al Sud-est asiatico, passando per Sumatra, Cina fino ad arrivare nell'Estremo Oriente russo.

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Il numero delle tigri in natura è più alto di quanto creduto finora

Nel secolo scorso, il numero delle tigri è infatti precipitato da circa 100.000 individui ad appena 3.500 esemplari stimati nel 2014. Un numero paurosamente basso ma che è enormemente più alto rispetto al recente passato. In quasi tutti i paesi, infatti, le tigri stanno fortunatamente aumentando, soprattuto a partire dal 2016, da molti individuato come l'anno di svolta in cui per la prima volta dopo oltre un secolo la popolazione mondiale è risultata in trend positivo.

L'India, per esempio, che ospita la gran parte della popolazione mondiale, è passata da 1.411 esemplari stimati nel 2011 a 2.967 nel 2019. Più del doppio in meno di 10 anni. Ma anche in altri paesi le azioni di conservazione sembra stiano dando i frutti sperati. In Russia, dove vive la sottospecie siberiana, negli anni 40 erano rimaste a malapena una quarantina di tigri. Le stime di oggi parlano invece di oltre 400 esemplari attualmente liberi in natura.

Le quasi 6.000 tigri stimate invece oggi, confermano finalmente che gli sforzi messi in campo per salvarle stanno continuando a dare i loro frutti. Espandere e collegare le aree protette, gestirle in modo efficace e lavorare fianco a fianco con le comunità locali che vivono dentro e intorno agli habitat delle tigri, sono azioni fondamentali per proteggere la specie e ridurre le minacce che l'hanno portata a un passo dall'estinzione.

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In diverse zone del suo areale le popolazioni sono per la prima volta da oltre un secolo stabili o in crescita

Tra le principali minacce per le tigri troviamo ancora oggi il bracconaggio, soprattutto quello legato al commercio di parti del corpo utilizzate nelle medicine tradizionali. Molti esemplari vengono inoltre ancora catturati in natura e allevati in cattività nelle cosiddette "fattorie delle tigri". Alcuni governi hanno persino preso in considerazione l'idea di legalizzare questi allevamenti per ridurre le catture ma uno studio recente, condotto intervistando per la prima volta i consumatori di "colla di tigre" in Vietnam, ha dimostrato che non servirebbe comunque a ridurre il bracconaggio.

Anche la perdita e la frammentazione degli habitat, unite alle uccisioni per i conflitti con allevatori e popolazioni locali, hanno contribuito a ridurre il numero delle tigri isolando le popolazioni sopravvissute, che devono anche affrontare l'inarrestabile aumento delle popolazioni umane che stanno invadendo sempre più i loro habitat. Per giunta, le tigri sono sempre più esposte anche al rischio zoonosi per l'aumento delle interazioni con animali sia domestici che selvatici.

Essendo un predatore all'apice della piramide trofica, la tigre è considerata una specie chiave fondamentale per gli ecosistemi (in inglese keystone species). Una popolazione numerosa e in buona salute è infatti un segnale che tutto l'ecosistema è funzionale e produttivo. Gli sforzi di conservazione per proteggere le tigri contribuiscono perciò a conservare anche le popolazioni erbivori, tutelando indirettamente anche gli altri carnivori più piccoli e, in definitiva, a salvaguardare l'intero ecosistema, con tutti i vantaggi che ne ricaviamo anche noi umani.

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L’attenzione resta però alta, bracconaggio, perdita di habitat, zoonosi e conflitti con l’uomo sono ancora minacce concrete per la sopravvivenza della specie

Ora che si è concluso il monitoraggio dell'Integrated Tiger Habitat Conservation Program (ITHCP) della IUCN, gli sforzi di conservazione non si fermeranno di certo. Le prossime fasi prevedono infatti ulteriori investimenti per continuare a proteggere le tigri in diversi Paesi, sostenendo simultaneamente le comunità locali che condividono l'habitat con il grande felino, consolidando e rafforzando così i buoni risultati già raggiunti fino a oggi.

Inoltre, gli esperti puntano ad allargare il loro raggio d'azione anche agli ecosistemi di alta quota, dove le tigri si vedono sempre più spesso anche come possibile conseguenza dell'aumento delle temperature globali, anticipando così potenziali nuovi conflitti con allevatori e comunità locali. C'è ancora molto da fare quindi, ma la strada intrapresa è quella giusta e se si continuerà con i programmi e i progetti di recupero, in futuro prossimo potremmo finalmente considerare fuori pericolo questi affascinanti e maestosi felini.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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