Sono 80mila i capi bufalini abbattuti nel giro di pochi anni a causa della Brucellosi, ma di questi solo una piccola parte era realmente contagiato. Sono questi i dati forniti dall'Asl di Caserta alla Procura di Santa Maria Capua Vetere, un dato allarmante denunciato dal sindaco di Casal di Principe (Caserta) Renato Natale che si è schierato a fianco degli allevatori casertani delle bufale nella battaglia contro le macellazioni dei capi sospettati di avere la Brucellosi.
Il virus della Brucellosi resiste ancora soprattutto in due regioni del Sud Italia, Calabria e Campania, e in particolare in Terra di Lavoro. Proprio l'area casertana è ciclicamente interessata da una recrudescenza di questa malattia che ogni anno colpisce oltre centomila esemplari. La Brucellosi è temuta soprattutto a causa della zoonosi, gli animali infetti sono in grado di contagiare l'uomo.
La malattia colpisce prevalentemente le categorie professionali che operano a stretto contatto con questa specie: allevatori, veterinari, e personale di laboratorio, ma può anche essere trasmessa per via alimentare con l'ingestione di prodotti a base di latte non pastorizzato. Il rischio per il consumatore è quindi molto scarso, non così per gli addetti al settore dell'allevamento che, oltre a essere i più esposti a un possibile contagio, subiscono anche gli effetti negativi di una campagna di contenimento poco efficace.
Al danno si aggiunge quindi la beffa se si considera che l'ecatombe di decine di migliaia di bufali era anche ingiustificata. La denuncia parte da lontano ed è giunta anche in sede europea grazie a una interrogazione presentata dall'europarlamentare Piernicola Pedicini nell'ottobre del 2021. «Il 90% delle 40 000 bufale mediterranee abbattute a Caserta negli ultimi tre anni per sospetta Brucellosi e TBC Bovis sono risultate sane agli esami post mortem e sono state vendute sottocosto nel circuito di macellazione delle multinazionali della carne», scrive Pedicini nel suo intervento.
Oggi il sindaco Natale è tornato a protestare contro gli abbattimenti: «Da questi dati sembrerebbe che un numero enorme di pregiate Bufale Campane siano state uccise senza che fossero ammalate. Del resto questo è quanto da anni denunciano gli allevatori. Se tutto questo dovesse essere confermato sarebbe di una estrema gravita».
Starà ora alla Procura casertana valutare l'entità del danno causato dagli abbattimenti selettivi che avrebbe portato al fallimento di oltre cento allevamenti della zona e alla perdita di un numero spropositato di bufale sane. Vittime innocenti di un Piano per il contenimento della Brucellosi che al posto della prevenzione ha scelto la via dell'uccisione preventiva.
«Ritengo inoltre che sia doveroso per il Consiglio Regionale istituire una Commissione Speciale d'inchiesta per comprendere cosa sia successo nel corso di tutti questi anni – conclude Natale – Il Comune di Casal di Principe è pronto ad aderire ad ogni iniziativa che le associazioni degli allevatori volessero mettere in campo, così come del resto facciamo da anni».
Gli allevatori tornano quindi a chiedere alla giustizia italiana e alle istituzioni locali di agire per modificare una linea d'azione che non solo non ha portato beneficio agli animali, che continuano ad ammalarsi, ma che sta colpendo in maniera indiscriminata le bufale campane.