Dagli uffici di Bruxelles è arrivato il via libera al Piano di vaccinazione della Regione Campania per l'eradicazione della Brucellosi bufalina.
«Tutto come previsto, condiviso e ampiamente annunciato. L’autorizzazione UE, richiesta dalla Regione Campania per l'utilizzo del vaccino RB51 nelle modalità di somministrazione previste dal Piano, è la conferma ulteriore dell’importante lavoro svolto in questi mesi, in sinergia con gli stakeholder, con l’unico obiettivo di eradicare la malattia in regione Campania e tutelare la salute dei cittadini». Lo ha annunciato l’assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo, commentando la decisione della Commissione europea.
Quella che però è presentata come una vittoria della giunta guidata da Vincenzo De Luca, per il Coordinamento Altragricoltura rappresenta «un primo passo, una prima vittoria», commenta con Kodami Gianni Fabbris, il presidente di Altragricoltura e promotore di una serie di azioni in difesa del patrimonio bufalino campano, e soprattutto casertano.
È in questa provincia, infatti, che la Brucellosi si è diffusa colpendo migliaia di aziende agricole. La Provincia di Caserta è stata identificata come "aree cluster" di infezione e gli allevatori della zona dallo scoppio del focolaio sono stati interessati da ispezioni degli operatori dell'Asl locale, che nella stragrande maggioranza dei casi hanno deciso per l'abbattimento di un gran numero di animali.
Il fine delle istituzioni pubbliche era arginare la diffusione di questa zoonosi. La Brucellosi è temuta soprattutto perché è in grado di contagiare l'essere umano. La malattia colpisce prevalentemente le categorie professionali che operano a stretto contatto con le bufale: allevatori, veterinari, e personale di laboratorio, ma può anche essere trasmessa per via alimentare attraverso l'ingestione di prodotti a base di latte non pastorizzato.
Alla fine del 2021 Altragricoltura e Siaab, il sindacato degli agricoltori, avevano diffidato le autorità nazionali a dare il via libera a un Piano di eradicazione giudicato inefficace e cruento perché ancora basato sugli abbattimenti e non sulla profilassi vaccinale.
«La Regione fino a gennaio non aveva intenzione di inserire la vaccinazione nel piano. Alla fine, spinto dalla pressione esercitata dal nostro Coordinamento, la Giunta ha chiesto di inserire anche la vaccinazione», è l'analisi presentata da Fabbris.
Per gli allevatori campani la questione però non è ancora chiusa. Resta sul tavolo l'abbattimento di oltre 100mila bufale sane in Campania, un danno incalcolabile per gli imprenditori, ma anche per la bufala mediterranea. Starà ora alla Procura di Santa Maria Capua Vetere valutare l'entità del danno causato dagli abbattimenti che hanno portato alla chiusura di oltre cento allevamenti della zona e alla perdita di un numero spropositato di bufale sane.
Il vaccino, pur essendo stato indicato dall'OIE, l'Organizzazione mondiale della sanità animale, come lo strumento adatto a eradicare la Brucellosi, era stato tenuto fuori dalle prime stesure del Piano campano. Una scelta che aveva lasciato perplessi allevatori e professionisti: «Abbiamo sentito parte della struttura tecnica che ha ispirato il vecchio piano sostenere bugie risibili come quella per cui se si fosse fatta la vaccinazione si sarebbe dovuta fare in tutta la Campania e non solo a Caserta oppure che le aziende ne avrebbero avuto un danno perché sarebbe stato obbligatorio mettere in etichetta sulle mozzarelle la dicitura che provenivano da animali vaccinati – dice Fabbris – Niente di tutto questo, evidentemente. Puro terrorismo di chi si ostina a continuare con la logica dell’inutile sterminio invece che della prevenzione».
La vaccinazione proposta dal Piano della Regione riguarderà i piccoli di bufala fra i sei e i nove mesi, un inizio, giudicato ancora non sufficiente: «Il prossimo passo – annuncia Fabbris – è la sperimentazione sugli adulti, serve una strategia certa sull’individuazione dei casi positivi per scongiurare la tragedia dei massacri inutili di animali e aziende».