Violenze, maltrattamenti, soprusi: in Lombardia sono stati circa 1.300 i procedimenti penali e 750 gli indagati per crimini contro gli animali nel 2022 secondo quanto emerge dal “Rapporto Zoomafia” della Lav, la Lega Anti Vivisezione, appena pubblicato. «Negli ultimi anni sono stati registrati reati contro gli animali davvero preoccupanti in questa Regione – sottolinea Ciro Troiano autore del Rapporto – tra i principali appaiono combattimenti tra animali, traffico di cuccioli, bracconaggio organizzato che vede nella regione il “blackspot” delle Prealpi lombardo-venete, ovvero la zona dove il fenomeno è particolarmente allarmante».
Non una situazione troppo rosea, insomma, quella delineata dall’Osservatorio Nazionale Zoomafia LAV che per redigere il report ha chiesto alle Procure Ordinarie e a quelle presso i Tribunali per i Minorenni i dati relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2022 e al numero di indagati per reati a danno di animali. Le risposte, però, sono arrivate solo da 10 Procure: non hanno risposto quelle di Cremona, Monza e Sondrio.
«E chi se lo aspettava quando, nella seconda metà degli anni Novanta, coniai la parola e il concetto di "zoomafia" – continua Troiano – che un giorno una Commissione parlamentare d’inchiesta avrebbe avuto l’incarico di indagare sul fenomeno. Un’azione di cultura si può definire positiva e riuscita se è capace di far breccia nel costume e nelle condotte culturali e sembra che il nostro impegno ci sia riuscito».
Nonostante il grande lavoro fatto da LAV, c’è da dire, però, che purtroppo, nell’ambito dei delitti contro gli animali, i dati affidabili sono rari, rimpiazzati spesso da numeri infondati frutto di errori metodologici che rappresentano un quadro non veritiero della situazione, che genera confusione e disegna scenari non corrispondenti alla realtà. L’Osservatorio, ormai da anni raccoglie i dati relativi ai crimini contro gli animali dalle Procure italiane al fine di avere una visione più esaustiva dei vari reati consumati nel nostro Paese e, tornando alla Lombardia, i dati che si leggono non sono affatto incoraggianti: nella provincia di Bergamo, per esempio, aumenta del 17,28% il numero degli indagati per reati contro gli animali, passando da 81 a 95. Al contempo, però, i procedimenti sono diminuiti del -6,28% passando da 239 a 224. Nel totale nel 2022 sono stati registrati 224 procedimenti con 95 indagati.
La Procura di Brescia, dal canto suo, registrando in totale 439 procedimenti con 304 indagati, avrebbe avuto rispetto al 2021 meno procedimenti, passati da 538 a 439 così come meno indagati, passati da 363 a 304. Nonostante questo, però, la Procura di questa città è quella con più procedimenti iscritti per reati contro gli animali a livello nazionale. Come sempre la maggioranza di questi riguarda i reati venatori o contro la fauna selvatica. Ma del resto, si legge nel report, «è noto che la provincia di Brescia rappresenta l’hotspot del bracconaggio più importante d’Italia e quindi il numero dei procedimenti per tali reati influisce notevolmente sulla media totale dei reati contro gli animali registrati».
A Milano sono stati registrati 146 procedimenti con 72 indagati. Ma mancando i dati del 2021, l'impossibilità di fare un raffronto lascia con dati dal valore limitato. Per quanto riguarda Monza, non sono pervenuti i dati dalla locale Procura così come da quella di Sondrio. Nella provincia di Pavia in totale sono stati registrati 66 procedimenti con 57 indagati, ma mancano i dati del 2021 per confrontarli. Infine, c'è Varese, dove in totale nel 2022 sono stati registrati 39 procedimenti con 23 indagati ovvero, rispetto al 2021, un aumento dei procedimenti, passati da 24 a 39, ma nessuna variazione per quanto riguarda il numero degli indagati.
Per quanto riguarda i reati commessi dai minorenni nel 2022, a Milano sono stati registrati 3 procedimenti per maltrattamento di animali con 4 indagati; mentre a Brescia sono stati registrati 4 procedimenti con 2 indagati per uccisione di animali e 1 procedimento a carico di ignoti per maltrattamento di animali.
«In queste settimane stiamo purtroppo assistendo a gravi ed efferati reati, anche ad opera di giovani, le cui vittime sono gli animali. Reati che suscitano l’orrore di chiunque sia capace di provare compassione per creature indifese lasciate alla mercè di persone indegne – afferma Gioia Riegler, responsabile della sede LAV di Milano – Spesso l’angoscia è accompagnata dalla frustrazione nel vedere come questi atti vengano puniti con pene troppo lievi o addirittura nulle. È assolutamente auspicabile e necessaria una revisione degli articoli del Codice penale relativi ai reati a danno di animali, che renda le pene più severe e costituisca un efficace deterrente contro comportamenti violenti verso gli animali».