Pena esemplare in Thailandia per cinque bracconieri che l’anno scorso avevano ucciso una tigre e il suo cucciolo ospitati nel parco nazionale di Thong Pha Phum, nella provincia di Kanchanaburi, ad ovest della capitale Bangkok.
Cinque anni di carcere per aver infranto le leggi sulla conservazione e aver ammazzato degli animali che sono protetti perché in pericolo di estinzione. I cinque cacciatori di frodo, oltretutto, una volta prelevati e uccisi gli animali, hanno terminato il lavoro scuoiandoli e mettendo ciò che rimaneva di loro, comprese le ossa, a essiccare al fuoco per poi vendere tutto nel mercato clandestino.
L’atroce gesto, scoperto appunto l’anno scorso dai ranger del parco che avevano ritrovato anche alcune parti dei poveri felini, è stato motivo per i giudici di respingere in toto la tesi della difesa che sosteneva che l’eliminazione delle tigri sarebbe avvenuta per vendicarsi dei loro attacchi continui al bestiame. Ipotesi che non ha convinto nessuno.
Le tigri sono una specie in via di estinzione e, secondo i dati del Wwf in natura ne sono rimaste solo circa 4.500. Sebbene il loro numero sia aumentato negli ultimi anni, l’organizzazione afferma che comunque nei parchi nazionali e nei santuari della fauna selvatica di tutta la Thailandia ne rimangono meno di 200 esemplari.
E, proprio per questo, il grande felino è stato inserito a partire dal 2011 nell’elenco delle specie a rischio della Lista rossa dell'IUCN ed è anche protetto dalla CITES, la Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche.
Attualmente ci sono solo 13 paesi in cui si trovano ancora degli esemplari: Bangladesh, Bhutan, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Nepal, Russia, Tailandia e Vietnam. Di questi solo 10 presentano ancora popolazioni di tigri selvatiche.
La Thailandia è una delle ultime roccaforti per la specie. Attualmente, ci sono 17 aree protette situate nelle foreste a occidente del Paese, tra cui il Thungyai Naresuan Wildlife Sanctuary e il Huai Kha Khaeng Wildlife Sanctuary ritenuti centrali per gli habitat delle tigri.
Tuttavia, negli ultimi 10 anni non sono state effettuate segnalazioni di avvistamenti in aree in cui erano avvenute precedentemente, rendendo sempre più evidente come il ripristino delle popolazioni continui a rappresentare una grande sfida.
Soprattutto visto che il fenomeno del bracconaggio nei confronti di questa specie, guidato in gran parte dalla forte domanda in Cina e Vietnam di ossa, pelli e altre parti del corpo da utilizzare nella medicina tradizionale, rimane ancora una delle più grandi minacce alla sua sopravvivenza.