Operazione anti bracconaggio nel Parco regionale dei Castelli Romani, l’area protetta del Lazio che sorge nella zona dei Colli Albani. I Guardiaparco hanno partecipato, insieme ai Carabinieri Forestali di Palestrina, a una serie di controlli nei pressi dei Campi d’Annibale a Rocca di Papa, trovando alcuni cinghiali uccisi illegalmente.
A sparare sono stati, appunto, alcuni bracconieri che accorgendosi dell’arrivo delle forze dell’ordine sono rimontati a bordo delle auto con cui erano arrivati e sono riusciti a scappare. Sul posto sono rimasti solo i corpi senza vita dei cinghiali abbattuti, e alcune persone che non avevano con loro armi, ma che sono state identificate e poi sanzionate per avere circolato fuoristrada in un punto non consentito all’interno dell’area protetta.
I corpi senza vita dei cinghiali sono stati prelevati dai veterinari della Asl Roma 6 e portati all’Istituto Zooprofilattico per gli esami autoptici con l’obiettivo di capire quale arma sia stata utilizzata per ucciderli. I Forestali e i Guardiaparco, nel frattempo, stanno portando avanti le indagini finalizzate a chiarire l’accaduto e a identificare i responsabili del gesto.
Se rintracciati, rischiano l’accusa di uccisione di animali, oltre che quella di furto aggravato. La fauna selvatica è infatti patrimonio indisponibile dello Stato (oltre che protetta) e la recente giurisprudenza stabilisce che chi è privo di regolare licenza di caccia possa essere perseguito anche per questo reato. A oggi solo chi esercita la caccia con regolare licenza, nel rispetto della Legge 11 febbraio 1992 n. 157 in materia di "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio", può prelevare, mediante l'abbattimento (con i mezzi, nei luoghi e nei tempi indicati dalla legge), esemplari di fauna selvatica cacciabile, sempre nel numero consentito. Qualsiasi altra forma di abbattimento o cattura di fauna selvatica è considerata bracconaggio, e pertanto perseguita penalmente.
Alla luce di un fenomeno ancora purtroppo molto diffuso, in tutte le regioni italiane, oltre alle forze dell’ordine, sono attive numerosi associazioni che, attraverso volontari o guardie giurate venatorie volontarie, si impegnano ogni giorno per contrastare il bracconaggio. Una piaga che non ha conseguenze pesantissime soltanto sugli ecosistemi, ma è anche pericolosa per l’uomo, perché cacciare e poi consumare carne di animali uccisi illegalmente, senza controlli sanitari né igienici, può aumentare notevolmente il rischio di malattie trasmesse da animali, le cosiddette “zoonosi”.