I Carabinieri e le guardie venatorie della LIPU Napoli era impegnate nell'ennesima perquisizione in un casolare del quartiere napoletano di Secondigliano, quando il bracconiere, un uomo di 48 anni già noto alle forze dell'ordine, in un impeto di rabbia ha stritolato e ucciso con le proprie mani uno dei cardellini che deteneva illegalmente. Il gesto orribile è avvenuto proprio davanti agli occhi dei militari e dei volontari LIPU e ora l'uomo dovrà rispondere di uccisione e maltrattamento di animali. «Purtroppo nel napoletano esiste questa passione atavica praticamente da sempre, che troppo spesso sfocia nell'ossessione e nell'illegalità più totale. Siamo davvero basiti e sconfortati» racconta Fabio Procaccini, Delegato LIPU della sezione di Napoli.
Tutto è cominciato con l'ennesima segnalazione ricevuta proprio dalla LIPU, da sempre impegnata, con le sue guardie venatorie volontarie, nel monitoraggio e nel controllo dei reati ai danni della fauna selvatica: «Dopo la segnalazione abbiamo provveduto come sempre a verificare, accertandoci che l'uccellatore fosse in possesso di cardellini, uccelli protetti che come tutte le specie selvatiche non possono essere detenuti in cattività – Racconta Fabio Procaccini – Individuata la persona abbiamo quindi accompagnato i Carabinieri per le consuete perquisizioni e lì abbiamo trovato 34 cardellini detenuti in pessime condizioni di cui tre imbragati».
L'imbracatura è un pratica, ovviamente illegale, molto diffusa tra i bracconieri che consiste nel legare intorno al corpo e alle ali degli uccelli una sorta di "zainetto" che permette di poter ancorare a terra gli animali vivi da usare come zimbelli. In questo modo i loro movimenti e i loro richiami ne attirano altri, che possono essere così catturati con reti o altre trappole illegali. «Proprio mentre stavamo verificando le condizioni di questi animali – Spiega Procaccini – l'uomo ha afferrato uno dei cardellini imbragati e preso dalla rabbia lo ha ucciso con le sue stesse mani davanti a noi. Il gesto crudele, violento e brutale denota tutta la pericolosità sociale delle persone dedite a questa pratica illegale».
Il 48enne ora dovrà rispondere di uccisone di animali (Legge 189/2004 Art. 544 bis), di maltrattamento per le condizione pessime in cui erano detenuti gli uccelli (Art. 544 ter) ma anche di uccellagione, pratica espressamente vietata dalla legge sulla caccia N.157 del 1992. Oltre alle gabbie minuscole e agli animali maltrattati, è stata infatti sequestra anche una rete utilizzata per le catture, che conferma le attività illegali dell'uomo.
«Per fortuna la maggior parte dei cardellini trovati in quello che io chiamo caveau è stata già liberata in natura – Spiega Procaccini – gli altri due trovati imbragati, invece, sono ancora ricoverati al Centro di Recupero di Napoli, dove avranno modo di riprendersi e riacquistare le forze prima di essere liberati». Purtroppo però non è la prima volta che avvengono sequestri del genere nel napoletano, dove esiste da secoli l'usanza di collezionare uccelli protetti, in particolare i cardellini.
«Basta girare tra i presepi di San Gregorio Armeno, ammirare le opera d'arte o ascoltare i testi delle canzoni classiche napoletane – Conclude Fabio Procaccini – i cardellini sono presenti ovunque, da tempo immemore. Non c'è un vero perché, si tratta di una passione atavica legata certamente alla bellezza di questi uccelli e ai loro canti, ma che affonda le sue radici anche nel credo religioso. La leggenda vuole infatti che il cardellino si sia procurato la sua tipica mascherina rossa bagnandosi con il sangue di Gesù durante la crocifissione».
Passioni, tradizioni e usanze ormai anacronistiche e inaccettabili, ma che purtroppo sono tutt'ora ancora troppo diffuse. Più volte vi abbiamo raccontato di numerosi sequestri e liberazioni di cardellini, come i ben 70 liberati di recente nel Parco Nazionale del Vesuvio e quelli rilasciati appena qualche giorno fa nel Bosco di Capodimonte, sempre a Napoli. Siamo perciò ben lontani dal dire basta a queste pratiche illegali e intollerabili ma è solo grazie al lavoro instancabile di Carabinieri, associazioni e volontari se riesce perlomeno a portare a galla questo triste e crudele fenomeno.