Tre bracconieri italiani sono stati fermati dalle forze dell'ordine norvegesi alla dogana di Kristiansand, nella contea di Agder, con ben 2027 uccelli congelati e stipati nel bagagliaio dell'auto. La notizia ha fatto molto scalpore in Norvegia e, secondo i media locali, gli agenti non avevano mai visto nulla del genere prima d'ora. Tra gli oltre 2000 turdidi abbattuti c'erano cesene, tordi sassello e soprattutto 31 merli e 10 tordi bottaccio, che in Norvegia non possono essere cacciati. Per altre specie, invece, è potenzialmente ammessa la caccia ma deve essere autorizzata. Tuttavia solo uno dei tre connazionali era regolarmente registrato.
«Non credo sia mai stato fermato qualcuno con così tanti uccelli cacciati illegalmente durante i miei 25 anni di servizio a Kristiansand», ha commentato l'ispettore doganale Per Otto Smithsen in una dichiarazione inviata dalla polizia doganale ai media. Secondo le ricostruzioni degli agenti, i tre italiani stavano cercando di lasciare il Paese con il loro bottino da destinare al mercato alimentare. Tuttavia i tre hanno tentato di giustificarsi affermando che gli oltre 2000 turdidi abbattuti e stipati nel bagagliaio sarebbero stati destinati solamente al consumo personale.
I tre sono stati trovati in possesso di diverse armi, secondo la stampa norvegese uno dei bracconieri possedeva ben sei fucili, e non tutti avevano regolare licenza di caccia. Addirittura uno dei tre non era regolarmente registrato nemmeno in Italia e quindi ha operato dall'inizio alla fine nella totale illegalità. A bordo del veicolo sono state trovate anche diverse esche, uccelli impagliati, richiami e trappole utilizzate per attirare gli uccelli e poi ucciderli.
Sia la polizia di Agder che la Dogana sono state avvisate da una segnalazione di un privato, che ha permesso così agli agenti di coordinarsi ed entrare in azione assieme all'Agenzia norvegese per la protezione dell'ambiente. I tre italiani, tornati in patria, sono stati però multati solamente con un sanzione di 15000 NOK a testa, equivalenti a circa 1500 €. Una cifra decisamente irrisoria per quello che è stato descritto da tutti come uno dei più gravi atti di bracconaggio degli ultimi anni.