La stagione di caccia è appena cominciata ed è purtroppo già tempo di fare i conti con i ritrovamenti di uccelli protetti feriti o uccisi dalle doppiette. In Salento, al Centro Recupero per Animali Selvatici di Calimera, in pochi giorni sono arrivati una cicogna bianca impallinata, che purtroppo non rivedrà mai più la libertà, e un falco pellegrino ucciso subito dopo aver catturato un piccione. Entrambi sono uccelli particolarmente protetti, il cui abbattimento è ovviamente vietato dalla legge.
Si tratta, inoltre, di due specie difficilmente confondibili con quelle cacciabili: per cui siamo purtroppo di fronte all'ennesimo e deliberato atto di bracconaggio favorito dall'avvio della stagione venatoria.
L'esemplare di cicogna bianca (Ciconia ciconia) è stato recuperato sul territorio del comune di Presicce-Acquarica lo scorso 21 settembre, appena il secondo giorno dell'avvio della stagione di caccia. L'uccello era in migrazione diretto verso l'Africa, dove avrebbe dovuto passare tutto l'inverno prima di ritornare in Europa. Il suo viaggio è stato brutalmente interrotto da dodici pallini da caccia e schegge di piombo, trovati sparsi un po' tutto il corpo dell'animale.
La radiografia ha evidenziato la rottura dell'omero in più punti e la recisione di un vaso sanguigno che irrorava l'ala, ferita che le ha fatto perdere molto sangue. Per i veterinari del CRAS non c'è stato molto da fare, se non procedere con l'amputazione dell'ala. La cicogna ci ha messo un po' a riprendersi dal trauma ma le sue condizioni sono ora stabili. Ovviamente, non potrà mai più volare né essere rimessa in libertà, per cui dovrà trascorre la sua intera esistenza all'interno delle voliere del Centro di Recupero: non rivedrà mai più il suo compagno, non potrà più riprodursi e la migrazione sarà per lei solo un ricordo.
Ancora peggio, se possibile, è andata invece a un esemplare di falco pellegrino (Falco peregrinus) trovato purtroppo già morto nel comune di Leverano. Il rapace aveva ancora tra gli artigli il piccione che aveva appena catturato, un pasto che il falco non ha avuto nemmeno tempo di consumare per colpa dei quattordici pallini che lo hanno trafitto e stroncato, come evidenziato dalla radiografia effettuata dai veterinari. Il bracconaggio continua quindi a rappresentare una vera e propria piaga per la fauna selvatica un po' in tutta Italia, soprattutto durante la stagione venatoria.
Proprio di recente, infatti, una maxi operazione condotta dai Carabinieri del CITES nelle valli lombarde, ha portato a sette persone denunciate e al sequestro di ben 254 uccelli morti assieme con decine di trappole, reti e armi illegali. La caccia è cominciata quindi all'insegna delle illegalità, così come si era conclusa l'anno scorso, come ci aveva spiegato Giovanni Albarella della LIPU pochi giorni dopo la chiusura. Notizie e osservazioni che purtroppo sono in linea anche con i dati a lungo termine, che dimostrano come il nostro paese sia uno dei luoghi peggiori in cui transitare se sei un uccello.
Secondo BirdLife, la più importante organizzazione che si occupa della conservazione dell'avifauna, ogni anno nel bacino del Mediterraneo sono circa 25 milioni gli uccelli selvatici che vengono catturati e uccisi illegalmente. Ben 5,6 di questi sono abbattuti o catturati Italia, al secondo posto soltanto dietro all'Egitto nella triste classifica sul bracconaggio nel mediterraneo. Si preannuncia quindi un'ennesima stagione di caccia all'insegna dell'illegalità e del bracconaggio, una delle "tradizioni" italiche più tristi a cui, a quanto pare, non si riesce proprio a porre fine.