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14 Aprile 2023
13:04

Bracconaggio in Italia, dal WWF la mappa dei crimini contro la natura

In occasione del workshop in corso a Roma per il Progetto LIFE SWiPE, il WWF lancia l'allarme: i crimini contro la natura sono la quarta attività criminale più redditizia al mondo, valgono 280 miliardi di dollari l’anno.

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Dal Nord al Sud non c'è regione italiana che non sia esente dai crimini contro la natura: i bracconieri mirano a piccoli uccelli canori, aquile e falchi, ungulati, anatre, uccelli limicoli, ghiri, anguille, lupi, orsi. Mentre in mare si fa incetta di ricci, datteri, pesce spada sotto taglia, squali, oloturie, coralli, bianchetti e tartarughe marine. Guardando la mappa disegnata dal WWF e presentata durante il workshop del progetto LIFE SWiPE in corso a Roma, l'Italia diventa un vero e proprio campo di guerra, un crocevia per i crimini contro la natura che rappresentano la quarta attività criminale più redditizia al mondo dopo il traffico di droga, la contraffazione e il contrabbando di armi: per un totale di 280 miliardi di dollari l’anno.

Sono il più delle volte le "tradizioni alimentari" a incentivare il bracconaggio o il commercio illegale, basti pensare alla polenta e osei in Veneto o in Lombardia oppure alla pesca illegale di anguille, oloturie, datteri di mare e alcune specie di squali. Con l'allarme lanciato in questi giorni a Roma, dove il WWF è ospite della Corte di Cassazione con Magistrati e Forze dell'Ordine, mondo politico e istituzionale, l'associazione sottolinea con forza i numerosi punti deboli e le criticità riguardo il bracconaggio e la lotta agli illeciti contro natura e animali.

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La mappa del bracconaggio in Italia

Mancano banche dati, le norme sono ancora troppo blande, gli hot-spots di illeciti contro natura e ambiente sono sempre più numerosi sulla terraferma come nel mare. L'Italia è un punto cardine per un traffico illegale, interno e internazionale, di specie vegetali, animali e parti di essi spesso portato alla luce dalle operazioni condotte dalle autorità in porti e aeroporti. Ma solo il 27% dei procedimenti che riescono ad arrivare a processo arriva a sentenza definitiva di condanna. Con la riforma del processo penale questo numero rischia di diventare ancora più basso.

«C’è una diffusa sottovalutazione del fenomeno dei crimini contro la natura, che vanno derubricati da episodi isolati o locali – ha dichiarato Luciano Di Tizio, presidente di WWF Italia – bracconaggio e traffico di specie protette sono fenomeni criminali che hanno impatti gravi sulla biodiversità, possono essere veicolo di diffusione di patologie e producono ingenti redditi. WWF chiede banche dati efficienti e interconnesse, di potenziare il controllo sul territorio, indebolito negli ultimi anni con la dismissione delle polizie provinciali, e attività di formazione e sensibilizzazione, sia per il grande pubblico che per le forze di polizia e magistratura».

orso

Le sanzioni comminate dai Carabinieri CITES per violazioni della normativa che disciplina il commercio di specie protette, ammontavano nel 2018 a oltre 5 milioni e mezzo di Euro (oltre un milione nel 2020). In termini di illeciti contro la fauna selvatica, tra il 2016 e il 2019 la Regione in cui sono stati denunciati più illeciti è la Lombardia con 5.256 denunce, seguita dal Veneto con 2.526 e dalla Toscana, con 2.247 denunce.

In compenso il sistema di repressione di questi illeciti purtroppo ha delle pericolose falle: secondo il WWF, tra il 41 e il 46% degli illeciti vengono archiviati prima del dibattimento, e fra il 38-50% vanno in prescrizione. Solo il 27% degli illeciti di natura arriva a condanna. Non esiste poi una banca dati centralizzata sui crimini contro la natura, non c’è un tracciamento del fenomeno che provoca ogni anno una grave riduzione del capitale naturale del nostro Paese, nonostante l’Italia sia dotata di un Piano di Azione Nazionale Antibracconaggio.

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Una tartarurga mentre riceve le cure mediche in un centro di recupero (credits:@WWF)

Dati allarmanti arrivano anche dai CRAS – i centri di recupero fauna selvatica – gestiti dal WWF: solo in Lombardia gli "ospedali degli animali selvatici" di Valpredina e Vanzago hanno accolto e curato nel 2021 circa 7.500 animali. Al CRAS di Valpredina 6 ammissioni su 10 ogni anno, in media, sono riconducibili a reati contro la fauna selvatica. Oltre il 50% della fauna consegnata al centro bergamasco riguarda specie sottoposte a protezione, di cui circa il 36% sono particolarmente protette: al primo posto i rapaci come aquile e falchi.

Tra le proposte in discussione in questi giorni durante il workshop, il WWF punterà sulla necessità di raccogliere dati per garantire un rapido interscambio tra tutti i soggetti pubblici, favorendo una migliore vigilanza sul territorio con sanzioni penali e amministrative efficaci e deterrenti e utilizzando strumenti investigativi come intercettazioni telefoniche o fototrappole. Fondamentale mantenere una formazione e sensibilizzazione di vari comparti della società, con un flusso di informazioni tecniche anche verso magistrati e Forze di Polizia.

cardellino bracconaggio
I piccoli passeriformi, comi i cardellini, sono tra gli animali più minacciati

Un esempio virtuoso, nato proprio per sopperire a queste carenze è rappresentato dal progetto europeo SWiPE, attraverso il quale il WWF lavora in Italia da oltre due anni per favorire il contrasto ai crimini contro la fauna selvatica, promuovendo e rafforzando il coordinamento con tutti i soggetti interessati.

Il Progetto LIFE SWiPESuccessful Wildlife Crime Prosecution in Europe – nasce proprio per migliorare il contrasto della criminalità in natura in Europa, tramite la collaborazione diretta con magistrati, rappresentanti delle forze dell'ordine, e con tutti coloro i quali hanno un ruolo attivo nelle azioni di investigazione e persecuzione dei crimini contro la fauna selvatica.

Inoltre, a partire dal 22 aprile fino alla fine di maggio partirà anche una lunga maratona #StopWildlifeCrime del WWF per informare e sensibilizzare il pubblico sui crimini di natura e che impegnerà tutti i canali social dell'associazione, con storie, approfondimenti e gli ecotips per agire in prima persona nella lotta ai crimini di natura.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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