video suggerito
video suggerito
12 Febbraio 2023
9:31

Sei ibis eremita uccisi dal bracconaggio durante la stagione venatoria 2022-2023

Durante lo scorso anno ben sei Ibis eremita sono stati fucilati da parte dei bracconieri. Questo complica non solo il progetto di reintroduzione in natura che coinvolge non solo l'Italia, ma anche l'Austria e l'Europa, ma complica molto i rapporti fra gli animalisti, gli esperti del settore e i sostenitori della caccia.

3 condivisioni
Immagine

Al termine della stagione venatoria 2022/23 sono stati ben sei gli esemplari di preziosi ibis eremita (Geronticus eremita) a cadere vittima dei bracconieri.

Questo si legge all'interno del comunicato del Parco Natura Viva di Bussolengo, che oltre ad essere uno dei pochi luoghi in Italia in cui è possibile vedere la specie è anche l'unico partner italiano dei due progetti Life europei finanziati per la sua reintroduzione in natura.

La storia dell'ibis eremita è frastagliata da molti alti e bassi. Questa specie infatti può essere considerata estinta in Europa da almeno inizio Seicento, ma grazie a diversi progetti internazionali gli scienziati stanno tentando di reintrodurla, anche per aiutare la popolazione africana che ha iniziato anch'essa a presentare segni di declino. Ci sono però molti ostacoli all'0rizzonte, fra cui l'elevato numero di bracconieri che in Italia si divertono da parecchi anni a prendere di mira questi preziosi uccelli.

Le dichiarazione del Parco Natura Viva di Bussolengo e dei vari esperti che collaborano alla reintroduzione dell'ibis d'altronde è molto esplicita. «L'ultimo referto dell'Istituto Zooprofilattico del Lazio e della Toscana conferma il bracconaggio come causa di morte degli Ibis eremita morti quest'anno. Kingsley, Taylor, Gustav e Otto sono morti a novembre e David e Harald a gennaio. Ma l'ultima necroscopia, oltre a segnare il numero più alto di vittime nella storia dei due progetti Life guidati dal Waldrappteam dal 2014 a oggi (il team internazionale che lavora al progetto di reintroduzione ndr), lascia anche un altro indizio preoccupante. Il corpo di Kingsley è stato ritrovato in un uliveto di Albinia, a quattro chilometri in linea d'aria dall'Oasi di Orbetello. Quest'oasi fino ad adesso era stato il porto sicuro per tutti gli ibis eremita tornati a solcare i cieli d'Italia dopo 400 anni dalla scomparsa in Europa. Era infatti il rifugio perfetto in cui trascorrere la stagione fredda, per poi ripartire alla volta del nord, in cui nessun bracconiere aveva ancora osato mettere piede». Ora anche questo rifugio è stato compromesso e gli esperti che collaborano a questo progetto sono preoccupati per il benessere degli ibis che in Primavera sorvoleranno l'Italia diretti verso settentrione.

Si ricorda che questa specie non è fra quelle cacciabili e che secondo la classificazione Iucn la loro situazione di rischio estinzione e di pericolo critico («critically endagered»).

Perché però gli esperti dei due progetti Life sono così preoccupati? Alla fine, come sostengono alcuni cacciatori su diversi gruppi Facebook, dove raggruppano le loro opinioni pro caccia, e che non vogliono essere collegati a queste morti, gli ibis eremita presenti oggi nell'Oasi di Orbetello sono 195. Non si sta facendo magari troppo allarme, colpevolizzando la stagione di caccia e non i bracconieri disonesti?

Spoiler: no. L'allarme è giustificato.

Immagine

Il fatto è che già da diversi anni questi animali vengono bersagliati da infausti incidenti durante la stagione di caccia e che per considerare un successo il progetto di reintroduzione bisognerebbe aumentare ancora di molto la loro popolazione. Inoltre, il dato che sei esemplari siano stati freddati da bracconieri senza scrupoli nell'ultimo anno non fa che complicare il lavoro dei volontari e amplificare l'astio che gli animalisti hanno nei confronti degli incivili dal grilletto facile. Anche perché reintrodurre questa specie in natura non è di certo semplice.

Per ottenere i risultati finora raggiunti, infatti il progetto guidato dal Waldrappteam sfrutta moltissimo le nascite in cattività. Gli ibis nati di ogni anno vengono persino accompagnati nelle prime migrazioni, tramite un grande sacrificio delle scienziate coinvolte che – come vere mamme – guidano i pulcini ai primi mesi di vita e gli insegnano le basi del volo e i percorsi della migrazione.

Durante il passaggio dall'età giovanile a quella adulta, i volontari del progetto Life salgono anche a bordo di veicoli ultraleggeri e accompagnano questi uccelli tramite diverse tappe dall’Austria alla zona di Orbetello, con l’obiettivo di renderli autonomi. Vedersi perciò uccidere sei preziosi esemplari non è solo doloroso e snervante. Mette in pericolo di un'intero gruppo di persone e la sopravvivenza della specie, oltre che a creare attriti fra animalisti e sostenitori della caccia.

Proprio per mitigare il conflitto in corso e far sì che gli stessi cacciatori possano aiutare le autorità a sconfiggere i bracconieri – che si ricorda, praticano della caccia illegale – Cesare Avesani Zaborra, presidente del Parco Natura Viva, ha in mente una proposta. «Facciamo appello alle associazioni dei cacciatori affinché ci aiutino in questa lotta comune per la salvaguardia di una biodiversità che siamo già riusciti ad estinguere in passato. Che oggi si uniscano a noi per rimediare ai crimini perpetrati e all'identificazione dei bracconieri».

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views