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8 Ottobre 2022
16:00

Bracconaggio, al via maxi operazione nelle Prealpi Lombarde: nella task-force anche il cane Africa

L'operazione è partita il 7 ottobre tra le province di Brescia, Bergamo e Mantova, uno dei sette "black spot" individuati in Italia per la caccia illegale di specie migratorie. Tra i protagonisti anche Africa, un veterano in questo genere di interventi.

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Africa – foto https://www.lifegyptianvulture.it/

C’è anche Africa, Pastore Belga Malinois specializzato nella ricerca di armi, munizioni, strumenti di cattura, richiami acustici e fauna selvatica, nella task force che i carabinieri forestali hanno creato per condurre una vasta operazione anti bracconaggio nella zona delle Prealpi Lombarde.

Africa fa parte di un’unità cinofila addestrata specificamente per questo genere di blitz, cui ha già partecipato diverse volte in passato, e dal 7 ottobre è impegnato nella cosiddetta “Operazione Pettirosso”, organizzata tra le province di Bergamo, Brescia e Mantova per tutelare gli uccelli migratori. Il periodo autunnale è infatti quello in cui moltissime specie protette si alzano in volo per raggiungere i luoghi in cui svernare seguendo le rotte migratorie, ed è anche quello in cui entrano in azione i bracconieri. Il Malinois, grazie al suo fiuto e al suo addestramento, è in grado di trovare armi e munizioni anche quando sono nascoste sottoterra, ed è un supporto fondamentale per i 56 Carabinieri impegnati nella missione.

Africa si è diplomato alla Safa, la scuola di alta formazione anti bracconaggio, nel 2019, e insieme al conduttore, l'appuntato Andrea Lamarucciola,  dal 2016 ha effettuato 225 ispezioni e rinvenuto 77 tra esche e bocconi avvelenati e 50 cadaveri di animali avvelenati, tra cui un lupo. Durante un'ispezione, Africa, dopo aver rinvenuto quattro esche in una zona montana, ha iniziato a correre nelle fitta vegetazione fermandosi in prossimità di alcuni rovi, abbaiando insistentemente. Era lì nascosto un cucciolo di cane che aveva da poco ingerito un’esca avvelenata ed iniziava a stare male: salvato grazie ad Africa.

Cos'è l'Operazione Pettirosso

L’operazione anti-bracconaggio denominata “Pettirosso” viene condotta da anni nella zona delle Prealpi Lombardo-Venete, ed è una delle operazioni più importanti a tutela dell’ambiente e della biodiversità. Coordinata dal Reparto operativo SOARDA (Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno agli Animali) del Raggruppamento Carabinieri CITES con i gruppi Carabinieri Forestali, si concentra sulla tutela della fauna aviaria non cacciabile, tra cui specie particolarmente protette dalle convenzioni Internazionali o dalla legge italiana. All’operazione collaborano in varie forme anche cittadini, cacciatori e associazioni ambientaliste tra cui il Wwf, la Lipu, Legambiente, Cabs, Lac, Nogez e Fare Ambiente, che volontariamente segnalano ai Carabinieri la localizzazione di eventuali strumenti o azioni di bracconaggio in cui si dovessero imbattere.

«Tutelare l’ambiente è un imperativo dei nostri tempi e anche a questo compito si dedicano i Carabinieri, che costituiscono la più grande polizia ambientale d’Europa – fanno sapere dal nucleo Forestale – L’essenziale salvaguardia degli ecosistemi passa anche dal rispetto delle leggi esistenti, specie quelle a tutela delle specie faunistiche minacciate. Ogni singolo elemento dell’ecosistema è funzionale alla sopravvivenza di quell’ambiente ed è garanzia di un benefico rapporto della natura con l’uomo. È con questo obiettivo, nella prospettiva di salvaguardare la salute del pianeta e dei cittadini, che i Carabinieri Forestali operano per far rispettare le leggi che tutelano l’ambiente con la sua fauna e la sua flora, in modo da prevenire che gli abusi di poche persone operanti al di fuori della legge possa mettere a repentaglio un bene prezioso per tutti quale è l’ambiente».

Le province di Brescia, Bergamo e Mantova "black spot" per il bracconaggio

Le province di Brescia, Bergamo e Mantova, per la propria posizione geografica, rappresentano d’altronde uno snodo fondamentale lungo le rotte migratorie dei piccoli passeriformi, che si spostano dalle aree di nidificazione verso quelle di “svernamento”, costituite dal bacino del Mediterraneo e dal continente africano. Una concentrazione imponente di uccelli che, stremati dalle lunghe distanze percorse, sono particolarmente vulnerabili, in particolare sui valichi montani che costituiscono un “collo di bottiglia” per la migrazione.

È in un’area come questa che si concentra la piaga del bracconaggio, soprattutto ai danni del pettirosso (da qui il nome dell’operazione), ed è per questo che è considerata uno dei sette “black-spot”, le aree calde del bracconaggio italiano, individuati nel “Piano d’azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici”. I militari si concentrano soprattutto sulla ricerca di armi da fuoco e trappole, strumenti che spesso infliggono enorme dolore agli uccelli che catturano. Al termine dell’operazione, tutti gli uccelli recuperati e salvati ancora in vita vengono affidati ai centri di recupero animali selvatici per il successivo rilascio in natura, ed è a questo scopo che i Carabinieri collaborano con i centri di recupero animali selvatici (CRAS) “Il Pettirosso” di Modena e “l'Oasi WWF Valpredina” di Bergamo.

A fine settembre i Forestali, insieme con i volontari delle associazioni, avevano portato a termine un’altra complessa operazione anti bracconaggio proprio nelle province di Bergamo e Brescia. Ribattezzata “Balia Nera” in riferimento agli esemplari di una delle specie di uccelli rinvenute, balie nere appunto, aveva portato alla denuncia di sette persone e al ritrovamento di 254 uccelli morti insieme con decine di trappole, reti e armi. Tra le specie uccise illegalmente dai bracconieri pettirossi, scriccioli, passere scopaiole, frosoni, verdoni e fringuelli: ben 92 quelle particolarmente protette.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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