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16 Agosto 2022
14:13

Bovini avvelenati dal sorgo in Piemonte: la siccità tra le cause della tossicità

Il sorgo è il principale imputato per la morte dei bovini deceduti nelle ultime settimane in Piemonte. Il direttore dell'Izs fa chiarezza sulle cause della tossicità della pianta.

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bovini mucche piemonte

«Bisogna fare attenzione agli sfalci di prato dove c'è il sorgo. L'incalzare della siccità sta determinando un cambio di approccio alle semine». Così Angelo Ferrari, direttore dell'Istituto Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, commenta su Kodami i casi di bovini morti mentre pascolavano nella provincia di Cuneo.

Il primo caso si è verificato domenica 7 agosto quando ben 50 mucche sono morte in pochi minuti a Sommariva Bosco. Due giorni dopo altri 6 bovini sono deceduti in circostanze analoghe a Moretta, sempre nel Cuneese.

Il sorgo è il principale sospettato per queste morti, apparentemente inspiegabili, verificatisi nel giro di pochi giorni in Piemonte. In tutti i casi, infatti, i bovini sono stramazzati al suo mentre pascolavano o si nutrivano nelle vicinanze di alcune colture di sorgo. «Gli animali sono morti per un'intossicazione, in maniera agghiacciante vista la rapidità con cui si è verificato il fatto», commenta Ferrari.

Sul posto, nel caso dei bovini di Moretta, i veterinari dell'Izs del Piemonte hanno somministrato tempestivamente agli animali intossicati l'antidoto capace di contrastare gli effetti dell'acido cianidrico, che altro non è se non il temuto cianuro. L'antidoto ha infatti permesso di salvare diversi animali.

«La situazione ambientale e la conseguente siccità che ha colpito il nord Italia ha favorito un certo tipo di pianta erbacea, il sorgo, che ha concentrazioni di durrina (precursore dell'acido cianidrico ndr) elevate. È questo con buona probabilità il responsabile, ma solo le analisi dell'Izs tecniche fugheranno ogni dubbio sui singoli casi», spiega Ferrari, il quale con i veterinari dell'Istituto piemontese sta conducendo le analisi sui resti dei bovini.

Il sorgo è una pianta comune in Italia, ma non sempre è tossica. Lo diventa in particolare nei periodi di siccità. In questi casi la pianta produce una quantità maggiore di durrina, e di conseguenza di cianuro, sostanza in grado di uccidere in un lasso di tempo molto breve. Come emerge da uno studio condotto da Giorgio Borreani e da Ernesto Tabacco, del Dipartimento di Scienze Agrarie dell'Università degli Studi di Torino, «in situazioni di grave stress idrico sia il mais sia il sorgo possono accumulare grandi quantità di nitrati che, se non gestiti, possono determinare situazioni di intossicazione acuta o cronica negli animali».

«Dopo i tavoli di confronto con i nostri esperti – conclude Ferrari – abbiamo inviato diverse note tecniche per aiutare gli allevatori e invitarli a fare attenzione. Ma per il momento evitiamo allarmismi».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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