I vetturini romani potranno continuare a far girare le loro carrozzelle per il centro della Capitale (almeno per ora). Il Tar del Lazio ha infatti annullato (dopo averlo sospeso) il Regolamento comunale, approvato dalla giunta della passata amministrazione di Virginia Raggi, che prevedeva il loro trasferimento in alcune aree verdi della città, tra cui Villa Borghese, Villa Pamphili e il più a Sud Parco degli Acquedotti. Il cambio si sarebbe tradotto in una vera e propria rivoluzione, con gli animali che avrebbero potuto camminare su un piano di calpestio totalmente diverso rispetto ai sampietrini e all'asfalto. La Lav, la Lega Anti-vivisezione, non ci sta a mollare la presa e incalza quella che per gli animalisti è una battaglia profonda.
«In attesa di una risolutiva modifica parlamentare del Codice della Strada, chiediamo al neo-eletto sindaco Roberto Gualtieri e all’assessora Alfonsi di affrontare da subito il problema della tutela dei cavalli ascoltando le associazioni, incentivando la conversione della licenza da botticella a taxi, unico articolo del precedente regolamento che è stato fatto salvo dal Tar, e liberando le stalle occupate abusivamente dai vetturini nell’ex Mattatoio», commenta il responsabile Lav Roma David Nicoli.
Lo scorso 14 maggio i giudici amministrativi avevano parzialmente accolto il ricorso dei vetturini perché vennero riconosciute la possibilità per i Comuni di individuare le zone da destinare al servizio delle botticelle e la difficoltà dei vetturini di raggiungere le aree di lavoro. Il 20 ottobre Roma Capitale avrebbe dovuto scegliere se predisporre zone di ricovero dei cavalli e delle carrozze nelle immediate vicinanze o all’interno delle aree verdi o destinare incentivi economici all’acquisto di mezzi di trasporto da mettere a disposizione dei titolari delle ‘botticelle’ per spostarsi verso i luoghi di lavoro. Cosa che, però, non è stata fatta. Kodami aveva intervistato Angelo Sed, presidente dei vetturini capitolini che aveva sottolineato l’impossibilità, dalle rimesse di Testaccio, a spostarsi nei parchi più distanti (come quello degli Acquedotti, per esempio).
«Non è questa la soluzione che ci aspettavamo dall’Amministrazione Raggi che aveva promesso di abolire il servizio a trazione animale – prosegue Nicoli – Il Comune di Roma Capitale ha avuto cinque mesi di tempo per soddisfare le richieste del Tar del Lazio. Questo rappresenta un altro capitolo nero in tema di animali che si aggiunge ad altri come la difesa e il finanziamento del modello Bioparco-zoo, il mancato nuovo Regolamento tutela animali, il mancato esercizio del ruolo di controllo sulle criticità dei canili comunali».
La guerra, comunque, non è finita. Gli animalisti si battono su una riforma più radicale che non tocchi sono Roma, ma che passa attraverso una riforma nazionale. «Gli impegni dei parlamentari nella riforma del Codice della Strada sono caduti nel vuoto – spiega Nadia Zurlo, responsabile nazionale equidi Lav – ma noi continueremo a batterci affinché venga chiuso definitivamente questo triste capitolo di sofferenze per i cavalli”