Sta girando su gran parte dei siti di informazione un dato relativo al numero di animali morti a causa dei botti sparati nella notte di San Silvestro a cavallo tra il 2021 e il 2022. A distribuirli, come ogni anno, l'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (AIDAA) e a farli rimbalzare e a dargli forza come "notizia" in primis l'agenzia di stampa AdnKronos, che puntualmente riprende tutti i comunicati di questa associazione, come del resto fanno poi moltissime testate italiane.
Con la solita puntualità, così, Lorenzo Croce, presidente e unico volto noto dell'Aidaa, produce il suo bollettino annuale e fa sapere che «nella notte di San Silvestro sono almeno 400 tra cani e gatti morti e centinaia quelli scappati di cui non si conosce la sorte. Si tratta di un dato peggiore rispetto a quello dello scorso anno». Aggiunge anche che «si tratta di un dato provvisorio. Le regioni con il maggior numero di animali deceduti sarebbero la Calabria e la Sicilia, seguiti da Lombardia e Campania».
Questi dati, semplicemente, così come sono stati forniti ad ora non esistono. Non c'è un'analisi statistica allegata al comunicato stampa, non c'è una spiegazione di come siano stati raccolti. Non si tratta di una valutazione approfondita di numeri che non rappresentano la realtà dei fatti e condire il tutto con condizionali e ipotesi non aiuta a creare consapevolezza ma a generare caos su una situazione che andrebbe affrontata con maggiore precisione da parte di chi opera per la tutela degli animali.
Semplicemente e purtroppo non si sa quanti animali, davvero, siano morti durante la notte di Capodanno: né quest'anno, né per gli anni precedenti. Ad oggi l'unico report attendibile continua a essere quello del WWF pubblicato nel 2019, riportato nel sito ufficiale anche per la comunicazione di quest'anno in cui la stima è comprensiva delle specie selvatiche: «Ogni anno in Italia almeno 5.000 animali muoiano a causa dei botti di fine anno. Di questi circa l’80% sono animali selvatici, soprattutto uccelli, anche rapaci, che spaventati perdono il senso dell’orientamento e fuggono istintivamente rischiando di colpire un ostacolo a causa della scarsa visibilità».
E' un compito che spetterebbe alle istituzioni quello di fare un'indagine approfondita e fornire alla cittadinanza il dato esatto a scopo preventivo ed educativo, ma ciò non accade e continuare a dare numeri senza approfondimento e solo per finire sulle pagine dei giornali non crediamo sia utile alla causa, seppure ammirevole, di voler tutelare gli altri esseri senzienti.
Sensibilizzare non deve significare fare sensazionalismo, ma creare cultura. La domanda che ci poniamo è: vale comunque la pena dare risalto a notizie non verificate pur di arrivare a ottenere visibilità e così sperare di fare breccia nella coscienza delle persone? No, noi crediamo di no. Pensiamo, invece, che quanto maggiore sia la precisione con cui le notizie vengono date tanto più si potranno raggiungere target diversi, ovvero coloro che non hanno, appunto, consapevolezza dei danni. E ci mettiamo a disposizione di questa associazione e di altre per pubblicare notizie qualora e sempre siano accompagnate da dati certi e dettagliati: allora sì che avrà senso dare risalto in positivo a chi opera perché qualcosa realmente cambi.