Tutti coloro che hanno in famiglia un animale conoscono bene quanto siano alte le spese per farli vivere bene e in salute. Soprattutto quelle veterinarie. A questo riguardo il Governo sembra iniziare a dimostrare una certa sensibilità. A partire dal decreto, firmato dal ministero della Salute, che ha finalmente stabilito che gli animali domestici potranno essere curati anche con farmaci a "uso umano", permettendo un risparmio per le famiglie fino al 90% per alcune patologie.
Ma non solo questo. Il "bonus animali" per includere anche le spese veterinarie fra quelle detraibili, istituito già nel 2020 dal Governo per andare incontro alle esigenze delle famiglie, quest’anno è nella legge di Bilancio e non solo è stato riconfermato ma è anche leggermente aumentato, da 500 a 550 euro. Non un granché ma sicuramente un piccolo passo.
La cifra si potrà portare in detrazione al 19% in dichiarazione dei redditi e scatterà nel momento in cui si eccede la franchigia di 129,11 euro, ovvero la somma che resta sempre a carico del contribuente. Più semplicemente: se in un anno la spesa sanitaria è 550 euro, a questa somma si devono sottrarre i 129,11 euro e sulla cifra restante, ossia 420,89 euro si dovrà eseguire il calcolo della detrazione IRPEF pari al 19% (420,89:100×19). Il risultato, in questo caso sarà di 79,96 di detrazione. Le spese veterinarie che rientrano fra quelle detraibili sono l’acquisto di farmaci, gli interventi chirurgici e le analisi di laboratorio.
Come ottenere il rimborso
Per ottenere il rimborso bisogna dimostrare che l'animale appartenga legalmente a chi richiede il contributo. Chiaramente per il cane, la prova sarà il microchip con tutte le informazioni riguardanti l'animale. Per quanto riguarda i gatti e gli altri animali basta la fattura della spesa fatta. Se l'adozione riguarda animali randagi, è necessario un documento che attesti la proprietà o ancora meglio microchipparli per essere sicuri. Ovviamente è fondamentale conservare scontrini e ricevute del veterinario.
Solo pagamenti tracciabili
Per ottenere la detrazione, i pagamenti dovranno essere tracciabili. Quindi niente contanti, ma carte di credito, bancomat o versamenti bancari o postali. L’obbligo di pagamento tracciabile non si applica però alle spese sostenute per l’acquisto di medicinali e di dispositivi medici e per le detrazioni per prestazioni sanitarie rese da strutture pubbliche o private accreditate con il SSN.