Niente da fare: l'emendamento per vietare le carrozze trainate dai cavalli non è stato approvato dal Parlamento. È successo pochi giorni fa in Commissione Trasporti alla Camera, quando la Lega ha bocciato l’emendamento che proponeva di abrogare l’art. 70 del Codice della Strada, continuando a permettere quindi la circolazione delle "botticelle", cioè le carrozze trainate dai cavalli soprattutto a fini turistici.
La discussione è avvenuta nell'ambito della più ampia riforma del Codice della Strada, annunciata alcuni mesi fa proprio da Matteo Salvini, leader della Lega e ministro dei Trasporti. Salvini aveva annunciato un emendamento al Codice della strada volto a inasprire le pene per chi abbandona cani e gatti arrivando alla sospensione della patente.
È stato il «no» della relatrice leghista Elena Maccanti con il parere conforme del Governo a bloccare l’emendamento proposto da Michela Vittoria Brambilla (Noi Moderati) che puntava a vietare il servizio di piazza con veicoli a trazione animale o con slitte. Le botticelle potranno quindi continuare a circolare nei centri storici delle città mettendo a repentaglio la vita dei cavalli costretti a trainare pesanti carrozze con ogni tipo di condizione metereologica: sotto al sole e nel traffico di città come Roma, Firenze, Palermo, Messina e Pisa.
Una posizione che conferma il doppio standard leghista nei confronti degli animali, come ha rilevato Piera Rosati, presidente della LNDC Animal Protection: «A quanto pare, oltre a “prima gli italiani”, il Ministro Salvini e la Lega hanno un altro motto: “prima cani e gatti”, con buona pace di tutti gli altri animali che possono, anzi, devono continuare a soffrire e morire per compiacere chi li vuole uccidere e sfruttare per il proprio tornaconto personale. È davvero avvilente vedere alcuni politici utilizzare gli animali per fare propaganda spicciola facendo leva sul sentimento che tanti cittadini hanno per loro, ma allo stesso tempo fare una distinzione tra animali di serie A e altri di serie B».
Sul tavolo resta però ancora la proposta di legge per inasprire le pene per chi commette reati contro gli animali, la cui approvazione è sentita dagli animalisti come un atto dovuto dopo le uccisioni del gatto Leone scuoiato vivo nel Salernitano e del cane Aron bruciato a Palermo. «Ben venga la promessa, per ora rimasta comunque lettera morta, fatta a febbraio 2023 di punizioni esemplari per chi abbandona, maltratta e uccide gli animali da compagnia, ma perché solo loro? – aggiunge Rosati – La risposta è semplice: perché dietro le uccisioni della fauna selvatica si nascondono gli interessi della lobby venatoria e di quella delle armi, dietro lo sfruttamento dei cavalli si nascondono gli interessi economici dei loro sfruttatori. Tutti gli animali devono essere trattati con pari dignità, è ora di dire basta alla propaganda fatta sulla pelle di alcuni animali a discapito di altri che, secondo alcuni politici, possono essere sacrificati come se la loro vita non valesse nulla».