Numerosi fucili, alcuni dotati di puntatori laser, oltre 160 munizioni di diverso calibro, un coltello con lama di oltre 20 centimetri e una cinghia, con tutta probabilità destinata al trascinamento degli animali abbattuti. È quanto hanno trovato e sequestrato gli agenti del Corpo Forestale della Regione Sicilia nel corso di un’attività anti bracconaggio svolta all’interno del Parco Regionale dei Nebrodi, riserva naturale protetta in provincia di Messina, in Sicilia, spesso al centro di battute di caccia illegali.
Il blitz è scattato sabato 9 dicembre, e ha portato all’individuazione di dieci cacciatori, due dei quali avevano portato per l’occasione una quindicina di cani. I tre gruppi sono stati sorpresi a Falsone Soprano e a Portella Cirino, tra Mistretta e Capizzi, pronti ad addentrarsi nel parco, dove la caccia è severamente vietata, in cerca di prede. L’attrezzatura lasciava poco all’immaginazione, tra fucili e carabine (alcune dotate anche, come detto, di puntatori laser per garantire maggiore precisione). L’obiettivo erano con tutta probabilità i cinghiali, ma non è escluso che le armi sarebbero state usate anche per la caccia e l’abbattimento di altri animali, in particolare tordi, beccacce e colombacci.
Tutti i bracconieri – divisi in tre gruppi – sono stati sanzionati e denunciati per introduzione di armi ed esercizio dell’attività venatoria in area protetta. Si tratta dell’ennesimo blitz condotto nel parco da parte del corpo forestale regionale, anche alla luce dei numerosi episodi di bracconaggio e caccia di frodo che sono stati segnalati e riscontrati al suo interno. Proprio per tutelare la biodiversità di una riserva naturale così importante sono stati moltiplicati gli sforzi del corpo forestale, che hanno messo in piedi un’intesa attività di monitoraggio finalizzata a mandare un chiaro messaggio a chi per troppo tempo ha considerato il Parco dei Nebrodi “zona franca” in cui poter usare le doppiette a proprio piacimento.
A oggi la gestione del Parco, dove nidificano anche aquile reali e grifoni, è affidata a un ente di diritto pubblico, sottoposto a controllo, vigilanza e tutela dell'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente, e da febbraio 2023 risponde al commissario straordinario Giovanni Cavallaro, nominato dall’Assessore al Territorio Elena Pagana.