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19 Agosto 2024
10:24

Blitz animalista al Palio di Siena: «Basta sfruttamento animale»

Gli attivisti del collettivo antispecista Ribellione Animale il 16 agosto hanno manifestato contro lo sfruttamento dei cavalli durante il Palio di Siena: hanno tinto di nero la fontana monumentale di piazza del Campo.

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L’azione di Ribellione animale

«La vostra festa usa come oggetti gli animali». È la denuncia di Ribellione Animale, il collettivo che il 16 agosto ha manifestato con un'azione non violenta contro il Palio di Siena della Madonna dell'Assunta, la tradizionale corsa a perdifiato nella piazza del Campo.

Le attiviste del movimento antispecista Ribellione Animale hanno tinto di nero l'acqua della Fonte Gaia, in segno di lutto, per tutti i cavalli morti negli anni durante il Palio o a causa di questa ricorrenza. L'ultimo morto in corsa è il cavallo Raul, abbattuto nel 2018 dopo una caduta, negli anni successivi si sono verificati altri incidenti non mortali come quello alle cavalle Addasantessa e Antine Day nel 2023.

Le attiviste, rimaste per più di un’ora dentro la vasca monumentale di piazza del Campo, hanno letto i nomi di tutti cavalli morti per ricordarli: «Con quest'azione diretta – spiegano – dopo anni di ostruzionismo da parte della Questura per manifestazioni preavvisate, si vuole denunciare in modo dirompente non la ricorrenza in sé, ma lo sfruttamento animale da cui ancora non si è emancipata. Sugli striscioni infatti si legge: basta sfruttamento animale».

Il Palio di Siena si è corso il 17, con un giorno di ritardo a causa del maltempo, e a vincere è stata la contrada della Lupa, con il fantino Dino Pes e il cavallo Benitos, al suo primo Palio. Quest'anno la manifestazione è finita anche al centro di un discusso articolo del Washington Post che ne ha fatto un ritratto grottesco.

Ad attirare l'attenzione del gruppo antispecista è però ovviamente l'impiego di animali che, al contrario dei fantini, non hanno scelto di essere lì e di rischiare di ferirsi, o peggio, solo per il divertimento collettivo. «Le giustificazioni di questo sfruttamento spesso riguardano una presunto istinto naturale di correre da parte del cavallo, o la presenza di pochi (ma assolutamente inefficaci) controlli veterinari – sottolineano da Ribellione Animale – In realtà sono ormai numerose le evidenze scientifiche che dimostrano che la corsa è un'attività pericolosa che mette a serio rischio la salute dei cavalli di qualunque sorta».

Gli attivisti citano uno studio del 2010 condotto dall'Università di Parma, che compara le patologie traumatiche dei cavalli da ippodromo e da corse storiche mostrando coì che «non esiste differenza in termini percentuali tra incidenti nelle corse regolari e nelle corse storiche. Non solo, nella conclusione dello studio si legge che "è stato ampiamente dimostrato che molte delle lesioni che si verificano nei cavalli da corsa non sono il risultato di eventi accidentali casuali, ma l'esito di un processo cronico, spesso associato ad un'usura eccessiva delle strutture corporee"».

Ma oltre al costo di vite animali, quali sono gli interessi che muovono il Palio di Siena? Secondo Ribellione Animale, «il vero giro di affari che circonda il Palio non sarà mai completamente ufficiale. Perché oltre ai resoconti del Comune (di cui non si hanno dati aggiornati, ma che per l'organizzazione del Palio nell'anno 2013 ha speso 810mila euro e nell'anno 2015 864mila euro), alle sovvenzioni attraverso le cene ufficiali, all’indotto su alberghi e ristoranti, c’è il mondo sommerso che gira intorno ai pagamenti per le prestazioni dei fantini, di cui si fantastica nei bar oscillando tra cifre irrisorie a cifre da da capogiro; ci sono le donazioni a favore delle contrade da parte di nobili, associazioni o semplicemente benestanti; c’è il giro delle scommesse clandestine».

Nonostante ciò, il Palio resiste nelle sue tradizioni, eppure sono già moltissime le rievocazioni storiche che hanno fatto a meno di animali vivi come il Palio di Lodi, che dal 1986 vede gareggiare solo dei colorati cavalli meccanici cavalcati da dei fantini e spinti da corridori, e la festa del Gallo di San Rocco che si celebra a Roccavivara (CB) tradizionalmente tramortendo a morte un gallo con una verga, ora sostituito da un finto animale di gesso. Altri esempi esteri sono le corride, bandite dalle Isole Canarie, o i rodeo vietati da sempre più città negli USA.

Di seguito i cavalli ricordati dalle attiviste: per Orbetello, per Rio Marin, per Teseo I, per Ballera, per Zurigo, per Zirbo, per Quebel, per Casperia, per Niagara, per Volturno, per Alessio De Ozieri, per Black Magic, per Bandida De Rio-ros, per Tessera, per Cinzano III, per Claudia IV, per Bambola De Ploaghe, per Cassius, per Bramante III, per Balente, per Trebbiano, per Emiro Benny, per Bizzarro, per Brandano, per Italicu, per Vienna Girl, per Gaucho, per Sorano, per Siecolo, per Victoria Principal, per Eugenio, per Way To Sky, per Pinturetta, per Minoredda, per Solstizio D’estate, per Lobis Andrea, per Tuareg, per Braccio Di Ferro, per Amoroso, per Giove Deus, per Messi, per Periclea, per Raol.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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