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6 Aprile 2023
12:43

Bimbo morso da una vipera, il primo caso della stagione arriva un po’ troppo in anticipo

Primo morso di vipera della stagione: la vittima è un bimbo di sei anni che passeggiava con i suoi genitori a Cles, capoluogo della Val di Non in provincia di Trento. Ora il piccolo sta bene dopo aver ricevuto l'antidoto al Centro Antiveleni di Borgo Trento a Verona.

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Ha messo il braccio in un cespuglio per raccogliere un fiore ed è stato morsicato da una vipera. È successo a un bimbo di sei anni che passeggiava con i suoi genitori a Cles, capoluogo della Val di Non in provincia di Trento.

Non appena si sono accorti del bimbo dolorante, mamma e papà hanno chiamato i soccorsi che, arrivati rapidamente, hanno portato il piccolo dalla cittadina a Borgo Trento a Verona al Centro Antiveleni, uno dei dieci a livello nazionale riconosciuti dal Ministero della Salute. Lì i medici gli hanno somministrato dei frammenti anticorpali antivipera che hanno dato gli effetti sperati.

Il caso del bimbo è il primo accertato della stagione. Un evento che però, ritengono gli specialisti, arriva un po' troppo in anticipo rispetto al solito, tanto da far sperare loro che si tratti di un caso isolato e non il segno di qualcosa che sta cambiando.

Per il piccolo sono stati momenti di dolore e tanta è stata la paura della famiglia che il veleno entrasse in circolo in poco tempo. Ciò che bisogna sapere, anche se il panico ha di solito la meglio, è però che in caso di morso ci sono dalle 4 alle 6 ore per intervenire. 

Arrivando quindi a Borgo Trento in un’ora, per il bambino di Cles c’è stato tutto il tempo per intervenire. Le sue condizioni cliniche, infatti, sono sempre state stabili e gli esami hanno subito confermato la presenza del veleno in modo da poter somministrare rapidamente l’antidoto specifico.

Un fattore importante da sottolineare, per non farsi prendere dalla paura se malauguratamente si venisse morsicati da una vipera, è che il veleno di quelle italiane, anche se può causare gravi complicazioni che richiedono il trattamento adeguato, di norma non è letale. A parte, talune volte, nel caso di bambini molto piccoli o di anziani con malattie croniche o debilitanti.

La frequenza dei decessi è molto bassa, di circa uno all'anno, numero molto inferiore alle morti per punture di insetto, ad esempio, ma la secolare e irrazionale paura dei serpenti rende la percezione sulla loro pericolosità molto più amplificata.

Ciò non toglie che la pericolosità esista ma è dovuta principalmente agli effetti che può provocare il veleno se non bloccato rapidamente. Tra questi, l'azione emotossica che altera la coagulazione del sangue e a quella neurotossica, che può causare paralisi spastica, convulsioni, alterazioni della coscienza o edema cerebrale.

Ci può essere anche il rischio di shock anafilattico, una reazione allergica grave al veleno che coinvolge numerosi organi e apparati, da quello cardiovascolare a quello respiratorio.

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Simona Sirianni
Giornalista
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