In un pezzo di terra avevano improvvisato un canile: 43 animali erano detenuti in spazi fatti di lamiera, senza pavimentazione, con le reti dei letti che servivano a chiudere le gabbie. Un lager, in sostanza, fatto tutto di baracche. I carabinieri di San Marco dei Cavoti, in Provincia di Benevento, lo hanno sequestrato e hanno denunciato due persone, marito e moglie, per maltrattamento di animali e deposito incontrollato di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi.
Secondo quanto appurato dalle forze dell'ordine, i cani vivevano in condizioni igienico-sanitarie molto precarie e venivano legati a catene corte. Nel terreno a qualche passo da questa struttura i militari e il personale del servizio veterinario della Asl hanno rinvenuto anche scarti provenienti da macellazione bovina ed è stata individuata un’area a diretto contatto con il terreno sulla quale erano stati sistematicamente bruciati e depositati rifiuti di vario genere, con un conseguente inquinamento ambientale.
I veterinari della Asl hanno provveduto a valutare lo stato di salute di tutti i cani che erano ospiti della struttura e a microchipparli. Si trovano ora in condizione di "blocco sanitario" in custodia ai due responsabili dello spazio. Il provvedimento amministrativo prevede anche l’adeguamento dei luoghi per migliorare le condizioni di vita degli animali.
L’idea di lasciare in custodia i cani a chi li avrebbe maltrattati può aprire uno scenario sull’opportunità o meno di questa pratica consentita secondo le norme. «Sicuramente sarebbe opportuno che in caso di sequestro gli animali non rimanessero nel luogo dove si è verificato il fatto, ma questa è una prassi che si verifica – spiega a Kodami Claudia Taccani, responsabile dello sportello legale dell’Oipa – Molto spesso non sapendo dove mettere 43 cani, come in questo caso, è ovvio che rimangono lì e vengono impartite delle prescrizioni per migliorare lo stato dei luoghi»