C’è delusione da parte delle associazioni animaliste riguardo alle nuove norme Ue sul benessere animale presentate dalla Commissione: su alcune questioni le indicazioni a lungo attese sarebbero arrivate, a detta degli attivisti, in misura molto ridotta rispetto alle aspettative.
Da tempo, infatti, le associazioni si battono per chiedere di rivedere quelle che nell’attuale normativa sono le immense lacune presenti che consentono oggi di trasportare animali in condizioni che dire precarie è un eufemismo. È vero, qualcosa si muove a livello legislativo europeo, tuttavia non è ancora sufficiente. Ma cosa c’è, in sostanza, in questo pacchetto di riforme?.
Le riforme, che nascono dalla consapevolezza che le norme attualmente in vigore non riflettono più la realtà attuale, né le più recenti conoscenze scientifiche o le legittime preoccupazioni dei cittadini riguardo al tema, si sono focalizzate su una serie di elementi chiave per garantire un maggiore benessere degli animali durante il trasporto. Questi sono nello specifico: i tempi di viaggio abbreviati e l’obbligo, durante quelli lunghi, di far scendere gli animali per essere alimentati, abbeverati e per riposare. Norme speciali, poi, si applicheranno agli animali da macello e agli animali vulnerabili, ad esempio i vitelli non svezzati o gravidi.
A seguire, saranno aumentate e adattate a ciascuna specie le misure minime volte a garantire uno spazio sufficiente ai diversi animali. Quindi il trasporto a temperature estreme sarà soggetto a condizioni rigorose, come ad esempio l'obbligo di trasporto esclusivamente notturno qualora la temperatura sia superiore a 30 gradi.
Inoltre, in caso di temperature inferiori a 0ºC, i veicoli stradali dovranno essere coperti e la circolazione dell'aria nel compartimento animale controllata, al fine di proteggere gli animali dall'esposizione al vento durante il viaggio. In presenza di temperature inferiori a -5ºC, in aggiunta, la durata del viaggio verrà limitata a un massimo di 9 ore.
Anche le norme per l'esportazione di animali vivi dall'Unione saranno inasprite migliorando i controlli svolti nei paesi terzi, in modo da adeguarli alle norme in vigore nell'UE, e utilizzando al meglio gli strumenti digitali, come ad esempio localizzazione in tempo reale dei veicoli o la banca dati centralizzata, per facilitare l'applicazione delle norme in materia di trasporti.
C’è da dire che, se sul trasporto la Commissione poteva impegnarsi maggiormente, un passo in più, però, lo ha fatto con la proposta, per la prima volta in assoluto, di nuove norme dell'UE in materia di benessere di cani e gatti allevati a fini economici. Un’azione molto importante vista la crescita notevole del commercio di cani e gatti negli ultimi anni che oggi rappresenta un business del valore di 1,3 miliardi di euro.
Tuttavia, le norme in materia di benessere animale per l'allevamento, la detenzione e il commercio professionale di cani e gatti sono completamente diverse da uno Stato membro all'altro, ma più che altro in molti casi vengono riscontrate pratiche non conformi alle norme e abusi. A peggiorare la situazione, il commercio illegale di cani e gatti che, come denuncia la nuova relazione Illegal trade of cats & dogs EU enforcement action, ha registrato un forte aumento, sostenuto da un mercato online in crescita, che rappresenta attualmente il 60 per cento di tutte le vendite di cani e gatti nell'UE.
Le norme introdurranno per la prima volta in assoluto standard uniformi in tutta l'UE sia per gli allevamenti che per i negozi, ma anche nei canili pubblici e nei rifugi gestiti dalle istituzioni o dalle associazioni. Quindi, grazie a una serie di rigorosi requisiti in materia di tracciabilità, oltre ai controlli automatizzati sulle vendite online, le autorità potranno più agevolmente controllare l'allevamento e il commercio di cani e gatti, mentre gli acquirenti avranno la possibilità di verificarne la corretta identificazione e registrazione.
Ancora gli Stati membri dovranno offrire una formazione agli addetti alla gestione degli animali, mentre tutti coloro che acquisteranno un cane o un gatto riceveranno informazioni sull'importanza dell’acquisto responsabile. Tutto questo dovrebbe permettere di combattere anche la piaga del commercio illegale di esemplari di razza, o spacciati come tali, e i quegli allevamenti clandestini «fabbriche» di cuccioli dove si lavora in serie puntando sulla quantità di animali fatti nascere.
Altra azione importante della Commissione è l’aver risposto all’iniziativa dei cittadini europei "Fur Free Europe”, “Basta pellicce in Europa” che chiede all’Ue di intervenire per vietare la detenzione e l'abbattimento di animali allo scopo esclusivo o principale di produrre pellicce e l'immissione sul mercato europeo di pellicce di animali d'allevamento e di prodotti che le contengono. La Commissione ha deciso che valuterà le questioni e l'EFSA avvierà la sua valutazione scientifica e formulerà il proprio parere scientifico entro il marzo 2025. Le prossime tappe, adesso, saranno la trasmissione delle due proposte legislative al Parlamento europeo e al Consiglio.
A leggere le riforme così, il pacchetto sembra piuttosto ricco, ma gli attivisti non la pensano allo stesso modo, ritenendo che sia stato fatto troppo poco: di fatto, dicono, sono solo arrivate nuove norme sui trasporti ed è stato rimandato il giudizio sugli animali da pelliccia. A mancare in maniera pesante, infatti, è la risposta a un’altra iniziativa dei cittadini europei che ha raccolto quasi un milione e mezzo di firme e che chiede il superamento dell’«età delle gabbie», ovvero condizioni adeguate di vita per tutti gli animali da allevamento.
La Commissione, però, lo ha dichiarato chiaramente: «Si tratta di questioni molto complesse e verso le quali i cittadini sono sempre più sensibili. Ma, al di là di questo, per noi è altrettanto fondamentale assicurare e garantire una transizione sostenibile per gli allevatori».