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15 Maggio 2023
12:14

Benedizione degli animali, Angelo Vaira: «Tutti gli esseri viventi hanno un valore speciale»

Angelo Vaira, fondatore dell’approccio Cognitivo Relazionale al cane ha organizzato a Gaggiano la Cerimonia di Benedizione degli Animali che si terrà domenica 21 maggio: «Per ripagarli della loro gentilezza».

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La tradizione buddista tibetana insegna amore e compassione per tutti gli esseri viventi. Nel cammino di un buddista amare il prossimo non è riferito esclusivamente agli esseri umani ma si estende a ogni forma di vita. Ed è per questo che vengono benedette non solo le persone ma anche gli animali. «Tutti gli esseri senzienti, anche gli animali, sono stati nostre madri per innumerevoli volte e come tali, si sono presi cura di noi in infiniti modi, anche a costo della loro stessa vita», spiega a Kodami Angelo Vaira, istruttore cinofilo, insegnante di meditazione e promotore della Cerimonia di Benedizione degli Animali che si terrà domenica 21 maggio a Gaggiano in provincia di Milano.

«Tradizionalmente se una persona vuole allungare la propria vita e propiziare la propria fortuna attraverso la legge del karma, va al mercato e compra gli animali che sono lì per essere macellati – spiega Vaira – Poi li libera o li accudisce nel caso in cui non possano tornare in natura. Questa pratica è un modo potente ed efficace per ripagare la loro gentilezza, non solo salvandoli dalla sofferenza della morte ma, cosa più importante, consentendo loro di ascoltare il Dharma e di porre quindi le basi per una rinascita fortunata. Prolungare la vita altrui è un modo di prolungare anche la propria e, infatti, non si liberano gli animali pensando solo a noi stessi. Si può dedicare questa pratica anche ai membri della nostra famiglia o ad altre persone. Insomma, in realtà si può dedicarla a tutti gli esseri senzienti».

In Italia, però, non si possono liberare come si vuole gli animali in natura. «Infatti, no: giustamente c’è tutto un aspetto di conservazione della fauna che bisogna rispettare. Pertanto noi tralasceremo questo aspetto e ci concentreremo sulla benedizione. L’area che abbiamo preso verrà organizzata in modo che le persone arriveranno con i loro amici che siano cani, gatti, cavalli o pappagalli, ovviamente animali che non soffrano il trasporto. Se, poi, invece, l'animale è malato o timoroso di stare in mezzo alla gente e con altri animali e portarlo significherebbe provocargli troppa ansia e stress, allora la persona potrà portare soltanto la foto e verrà benedetta quella».

Il senso di tutto questo non è, però, solo propiziatorio. «Si tratta di una pratica di buon auspicio per augurare a tutti gli animali una vita lunga, felicità e protezione, ma non solo perché secondo la credenza religiosa buddista tibetana questo evento consente loro di ascoltare il Dharma, ovvero gli insegnamenti buddisti. È un modo potente ed efficace per ripagare la loro gentilezza, non solo prendendosene cura in questa esistenza ma permettendo loro di accumulare meriti per una rinascita fortunata. Poi, è chiaro, c’è anche un aspetto molto pratico: non bisogna dimenticare che l’essere senziente non è fatto solo di spirito, ma anche di carne e ossa e anche di cognizione e di mente. Pertanto organizzare una giornata come questa significa per noi sensibilizzare le persone a trattare bene tutti gli animali, a diventare sempre più consci che siamo dentro un ecosistema da tutelare. Intendo dire che, partecipare a una giornata come questa, diventa anche un modo per coltivare la nostra stessa compassione di esseri umani e per cercare di organizzare la nostra vita in modo da essere di aiuto a tutti gli esseri e non solo a noi stessi, ai nostri cari o agli altri esseri umani».

L’idea della Cerimonia della benedizione degli animali è qualcosa che Vaira aveva nella testa da tanti anni, ma per arrivare ad organizzarla ci ha messo parecchio tempo. «Sì, è così. Quella di Milano del 21 maggio prossimo è la quarta benedizione, ma in un anno e mezzo. La sollecitazione a portare questa giornata speciale in Italia mi venne fatta dal mio maestro, Lama Zopa Rinpoche, direttore spirituale della Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana che conta 160 centri buddhisti nel mondo, grandissimo amante degli animali e sempre pronto a spendersi per loro. Durante le sue conferenze, Lama Zopa spiega che la pratica spirituale si chiama tale solo se ha alla base l’essere di beneficio a tutti gli esseri. E insegna che qualunque problema abbiamo, è generato da un'azione o una decisione presa su base egoistica. Quando l’ho incontrato diversi anni fa, lui mi ha chiesto di continuare il mio lavoro di insegnante della relazione con gli animali basata su consapevolezza e compassione, ma anche di organizzare ogni volta che potessi queste cerimonie di benedizione degli animali. Quindi io, ubbidiente al maestro, ho portato avanti le sue richieste».

Ma se del tempo c’è voluto per organizzare l’evento, non c’è voluto molto perché persone e animali aumentassero a ogni appuntamento. «Le iscrizioni per il 21 maggio sono appena aperte però, cercheremo di non rendere troppo affollato l’evento perché altrimenti non si crea l’atmosfera giusta. La benedizione avviene con una serie di mantra recitati da parte di tutti, in particolare da me e, quest'anno, da una monaca, che teniamo in mano degli oggetti sacri con i quali trasmettiamo la benedizione toccando l’animale. Sappiamo però che ci sono degli animali che non amano essere toccati, in quel caso la benedizione arriva attraverso la parola e il pensiero».

Angelo Vaira organizza dal 2018 anche il Cammino per gli animali (quest’anno si terrà il 23 settembre). «E' un gesto di compassione attiva per tutte le creature. La prima volta l'ho fatto in totale solitudine, e ora è aperto a chiunque voglia ripercorrere le strade su cui muoveva San Francesco. È una vera e propria manifestazione d’amore per gli animali. E ne approfittiamo per portare l’amore per tutte le creature al Papa, come gesto simbolico. Molti mi dicono, ma perché proprio al Papa che, dalle dichiarazioni che fa, non sembra amare moltissimo gli animali. Bè, non c’è motivazione migliore direi per portare proprio alla sua attenzione la sofferenza che l’essere umano provoca loro, per chiedergli di prendere una posizione diversa. Bisogna almeno provarci. Il Papa purtroppo non si rende conto che non è separando l’umano da ciò che umano non è che possiamo risolvere i problemi. Anzi. Questo mettere spesso in antitesi i bambini da una parte e gli animali dall’altra, come se si dovesse scegliere a chi dare amore o di chi doversi occupare lo trovo sbagliato. La relazione con gli animali vissuta bene è portatrice di amore e compassione e quindi rafforza il nostro amore per tutti gli altri esseri umani».

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Simona Sirianni
Giornalista
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