Benedetta è la prima del 2024, Berta l'ultima del 2023. Due cagnoline accomunate probabilmente da un vissuto simile, quello del cane da caccia, sicuramente dallo stesso destino, ossia l’abbandono. Sono gli ultimi due recuperi di questo tipo eseguiti dall’ENPA di San Severo, che ancora una volta ha denunciato l’abbandono di animali precedentemente utilizzati per l’attività venatoria prima di essere lasciati in campagna una volta diventati inservibili per questo ruolo.
«Berta ha la leishmania a un livello molto alto – racconta a Kodami Giuliana Fabiano dell’ENPA – dovrebbe avere un paio d'anni. Ha un robusto appetito, ma è ancora magrissima. È stata vista per la prima volta da una volontaria, che è dovuta tornare per più giorni di seguito a cercarla prima di riuscire a prenderla. Anche Benedetta è giovane. È stata avvistata sempre nella stessa zona da un operatore del canile che, non potendo recuperarla sul momento, ha allertato le volontarie attive sul territorio. Martedì è stata vista e recuperata».
I recuperi di questo tipo eseguiti dall’ENPA nel 2023 sono stati circa una decina. Un numero che in sé non ci dice tantissimo, se non fosse per il fatto che il fenomeno si ripete con frequenza in moltissime aree del paese. La maggior parte degli animali ritrovati è senza microchip, altri invece sono registrati con chip di altre regioni.
«Ovviamente Berta e Benedetta sono "scarti" di cacciatori al 99,999% – prosegue la volontaria – La certezza non ce l'abbiamo. Le concessioni al mondo venatorio sono numerose nell'ultimo periodo: rinforzare il messaggio contro tali aperture è di certo utile. I cani da caccia, nella maggior parte dei casi sfruttati e usati come strumenti, sono solo un aspetto della sofferenza e dei danni ambientali causati da una minoranza armata di fucili».
Pochi giorni fa un gruppo nutrito di associazioni pugliesi, tra cui anche le delegazioni territoriali di ENPA, hanno scritto alla Regione Puglia per protestare contro l’estensione del calendario venatorio per quattro specie di uccelli. A livello nazionale, invece, l’ENPA ha commentato proprio le decisioni adottate in molte regioni italiane: «L’Ente Nazionale Protezione Animali denuncerà nelle opportune sedi giudiziarie tutti i dirigenti e i funzionari regionali che firmeranno provvedimenti in aperta violazione delle leggi italiane ed europee – si legge in una nota – autorizzando gravissime violazioni normative come quelle viste nella stagione venatoria 2023-2024, che si chiude in un clima di illegalità dilagante. Mai come in questi mesi – denuncia l’associazione animalista – si era visto un simile accanimento contro la fauna selvatica del nostro Paese, degradata dalla politica a mera merce di scambio per accontentare la lobby delle doppiette e quella degli armieri». Un tema del quale abbiamo parlato pochi giorni fa su Kodami, con riferimento anche all'atteggiamento del legislatore a fronte di un'opinione pubblica sempre più contraria a questo tipo di pratica.