«Lupo cattivo? Solo nelle favole. La categoria del cattivo è soltanto umana e non appartiene mai alla natura». Questo l'incipit del post su Facebook del Centro Recupero Animali Selvaggi delle Marche in risposta alle tante fake news sui lupi diffuse negli ultimi mesi.
Il referenze del Cras Marche, Nazzareno Polini, riferisce a Kodami: «Il censimento nazionale del 2022 sui lupi afferma che in Italia sono presenti circa 3.300 lupi. Ad oggi, rispetto agli anni 60, quando vi erano pochissimi esemplari diffusi per lo più sugli Appennini, i lupi sono aumentati e soprattutto è possibile vederli in diverse zone del territorio nazionale. Noi del Cras Marche, ad esempio, abbiamo ritrovati alcuni cadaveri nei pressi del litorale marchigiano, quindi non necessariamente sulle montagne. Questo aumento della popolazione è dovuto ad una maggiore protezione della sottospecie e anche ad una maggior presenza di prede. Infatti, contrariamente a quanto l'opinione comune possa pensare, il lupo generalmente si ciba di caprioli e cinghiali o comunque di altri animali appartenenti alla fauna selvatica».
«L'idea che il lupo si cibi di carne umana la definirei: "la sindrome di cappuccetto rosso" – continua Polini – Il lupo deve cibarsi nel suo habitat in totale autonomia come ogni animale selvatico che si rispetti. Per questo ritengo che l'errore più comune che i cittadini fanno, in particolare gli allevatori della zona, è lasciare nei loro letamai cadaveri di animali che quindi attirano i lupi che così saranno sempre più abituati a cibarsi in maniera non autonoma. Inoltre, col tempo i lupi saranno sempre più tentati a trovare prede "facili" nei dintorni della abitazioni e questo spiega la moria di molti animali "da reddito" o anche animali come cani e gatti».
Il naturalista conclude: «Sono tante le persone che non sanno come approcciarsi a questa sottospecie. Nel caso in cui si dovesse incontrare un lupo sul proprio cammino, possiamo anche muoverci, parlare, alzare le mani, perché il lupo ci vede come predatori, quindi tenderà a scappare». Proprio questo è stato il focus di una delle puntate del nostro format "Incontri selvaggi" in cui abbiamo spiegato, tra le altre cose, quali comportamenti tenere nel caso di incontro con un lupo.
Sulla questione è intervenuto anche l'assessore regionale alla Caccia e all'Agricoltura Andrea Maria Antonini, il quale lo scorso dicembre ha dichiarato: «La problematica della fauna selvatica in libera circolazione nelle Marche, così come in tutto il Paese, sta diventando una questione molto delicata e complessa che occorre affrontare con ancora più efficacia e programmazione tra tutti i soggetti territoriali competenti, con in testa la Regione. Per far fronte a questa difficile situazione, in linea con il quadro normativo nazionale ed europeo, consapevoli che non esista un'unica e risolutiva soluzione, riteniamo che sia opportuno gettare le basi per un piano operativo e di concertazione tra tutti gli enti coinvolti: Regione, Province, Parchi nazionali e regionali, Comuni, con il coinvolgimento fattivo dei cacciatori, delle associazioni ambientaliste e degli agricoltori».
In tale direzione, l’assessorato alla Caccia e all’Agricoltura ha fissato, dopo il periodo natalizio, l’avvio di una serie di incontri con l’obiettivo di concertare politiche ancora più mirate e dirette a contenere il fenomeno della fauna selvatica.
Nazzareno Polini così commenta queste dichiarazioni: «L'allarmismo è inutile! Nella nostra regione non ci sono stati casi di attacchi a persone da parte di lupo. Quindi ritengo inopportuna questa considerazione e qualsiasi politica possa essere messa in campo. Ma penso che si debba ampliare il discorso e interloquire direttamente con gli allevatori della zona che con le loro azioni irresponsabili potrebbero squilibrare un intero ecosistema. Secondo la mia idea, un possibile abbattimento dei lupi, la scelta più "comoda" in questi casi sarebbe una scelta irresponsabile e senza condizione di causa».