Un daino preso a calci da alcuni bambini perché «sbava e porta le zecche» e con l’autorizzazione della madre che ha assistito all’intera scena senza fare una piega, anzi incitando i figli ad allontanarlo. Succede in Maremma, sull'idilliaca spiaggia di Cala di Forno, un’oasi naturalistica dove cerbiatti e daini sono di casa inserita all’interno della cornice preziosissima del Parco della Maremma.
La storia è stata raccontata qualche giorno fa dal sito MaremmaOggi, e ha suscitato un’ondata di indignazione e di proteste per il modo in cui non soltanto i bambini, ma anche la loro madre hanno trattato l’animale. Il resoconto è tanto semplice quanto brutale: il daino è sceso dal promontorio, popolato da molti suoi simili e da altre specie protette, e si è avventurato in riva al mare. Si è quindi avvicinato a un ombrellone (che non avrebbe tra l’altro potuto essere piantato) sotto cui si erano sistemati due bambini e la madre. I piccoli hanno iniziato a dare calci e a tirare sabbia all’animale per allontanarlo, e quando la donna è stata rimproverata dagli altri bagnanti ha reagito urlando e adducendo motivi sanitari come giustificazione.
L’episodio si è chiuso su questa nota sgradevole, ma è stato raccontato e non è passato inosservato. E tra le moltissime reazioni ha suscitato anche quella del sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, la cui famiglia è stata per anni proprietaria di parte dell’area protetta di Magliano in Toscana in cui rientra anche Cala di Forno: «No, la Maremma non è per tutti. Madre e bambini prendono a calci un cerbiatto a Cala di Forno, "quell'animalaccio sbava e porta le zecche", dicono. Ecco: penso che alcuni, un paradiso così, non se lo meritino. Per fortuna, episodi come questo sono rari. Ma ciò non toglie che ci sia molto da lavorare per far capire alle persone quale straordinario luogo hanno il privilegio di vivere venendo in Maremma. Siamo una terra accogliente, onesta, sincera. Ma una cosa dev'essere chiara: non tolleriamo gesti simili».
A corredo del commento di condanna anche una foto che ritrae un daino prendere dalla bocca di Vivarelli Colonna un frutto. Un comportamento a sua volta poco corretto, tenuto conto che gli animali selvatici non andrebbero mai avvicinati, men che meno alimentati, ma con la foto il sindaco ha voluto rafforzare l’invito a rispettare le aree protette e gli animali che li popolano, di fatto i “padroni di casa”, molto più degli esseri umani.