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21 Aprile 2021
15:28

Bambini mozzano le orecchie a un cucciolo, Enpa: «Denunceremo i genitori»

Leone, il cucciolo di cane aggredito nel comune ragusano di Acate da un gruppo di bambini di 9 e 10 anni, che hanno cercato di mozzargli le orecchie, ha davvero rischiato la sua vita. Ora sta bene e sta riprendendo lentamente la sua normalità. Ma un post della zia di uno dei ragazzini torna a choccare.

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La brutta storia del cucciolo randagio aggredito ad Acate, nel ragusano, da un gruppo di bambini di 9 e 10 anni che con forbici e taglierini hanno cercato, quasi riuscendoci, di mozzargli le orecchie, non smette di choccare. In un post (cancellato poi subito) sul suo profilo, la zia di uno di bimbi ha malamente provato a "spiegare" le motivazioni di quell’assurdo gesto. La donna ha praticamente scritto che il nipote non aveva intenzione di uccidere il cane, pensava solo che «tagliandogli le orecchie sarebbe stato meglio», intendendo dal punto di vista estetico.

«Il cane ora sta bene ma è stato fortunato perché poteva morire dissanguato se non fosse intervenuto qualcuno a salvarlo», spiega Riccardo Zingaro, responsabile Provinciale di Oipa e delle Guardie Zoofile di Ragusa, che si sta occupando di Leone, il nome dato al cucciolo dai veterinari che lo hanno curato per il coraggio e per la sua voglia di vivere.

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«Leone ha davvero rischiato la vita. Gli sono state ricucite le orecchie e ora si sta riprendendo lentamente anche se dal punto di vista psicologico ci vorrà del tempo. Ora è ancora molto spaventato per tutta la crudeltà subita. Ma è cucciolo, quindi mi auguro che per lui sarà più facile recuperare anche dal punto di vista emotivo. Adesso si trova in uno stallo grazie ad una volontaria che si prende cura di lui. Io mi sto occupando di tutte le carte, visto che il cane è sotto sequestro giudiziario: non sarà una cosa breve».

Zingaro vive a contatto con queste situazione tutto il giorno: «Sono appena stato a liberare un cane tenuto in catena. E' allucinante la situazione in tutta la Provincia: i fenomeni di maltrattamento sugli animali sono molto frequenti. Il randagismo è totalmente ignorato, non esistono linee guida o protocolli. Non ci sono stalli o canili, gli animali finiscono a centinaia di chilometri di distanza. Non c’è nessuna sensibilità nei confronti della loro tutela, dei loro diritti e della loro protezione. Difficile che cambi qualcosa, finché non cambia tutto questo».

Ma per Leone la solidarietà si è fatta sentire: «Una cosa molto bella, le persone quando hanno visto il post si sono subito attivate mandando fondi per le cure e in tantissimi mi hanno chiesto come poterlo adottare. Ci vorrà ancora un po’ di tempo e poi bisognerà trovare la famiglia giusta perché rimane un cane che ha subito un trauma. Ma sono certo che ritroverà la sua serenità».

I bambini non sono perseguibili. L'Enpa: «Denunciamo i genitori»

I bambini non sono in alcun modo perseguibili: «Alcune associazioni hanno chiesto di costruirsi parte civile, ma in questo caso non è possibile per l’età troppo piccola. Io ho chiesto di ottenere almeno l'obbligo di far seguire loro dei corsi di rieducazione. Vediamo. L’ho già detto e lo ripeterò sempre: i bambini guardano i genitori e imparano da loro, per questo è necessario cominciare dalle scuole primarie a educare al rispetto di tutti compresi ovviamente gli animali. Solo così possiamo sperare di ottenere qualcosa».

L'Enpa, l'Ente Nazionale di difesa del cane, vuole denunciare i genitori dei bambini. «Non possiamo lasciare che simili atrocità restino impunite – dice la presidentessa Carla Rocchi – Il cucciolo è stato maltrattato e colpito in modo barbaro ed efferato. Aveva il corpicino ricoperto di sangue. Innumerevoli studi confermano che violenze così efferate sono sintomo di pericolosità sociale ed è nostro dovere non voltarci dall’altra parte quando succedono fatti così gravi, ancor di più se coinvolgono bambini così piccoli. In un anno sono già tre i casi di violenza contro gli animali che hanno avuto come protagonisti i bambini. Ovviamente la responsabilità è dei genitori. Vogliamo giustizia per Leone che è sopravvissuto con coraggio a queste barbarie».

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Simona Sirianni
Giornalista
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