Gli scienziati hanno confermato che le balenottere azzurre e le balenottere comuni risultano interfertili e continuano ad accoppiarsi frequentemente fra loro, producendo un elevato numero di ibridi, più di quanto previsto da alcuni modelli.
A scoprirlo è stato un gruppo di scienziati del Royal Ontario Museum, che ha appena concluso il sequenziamento del genoma delle balenottere azzurre (Balaenoptera musculus musculus), per andare a individuare le parentele fra i vari gruppi che abitano il Nord Atlantico. In maniera inattesa, gli scienziati hanno così scoperto che circa il 3,5 del DNA di questo gruppo proveniva da un'altra specie filogeneticamente vicina, ovvero la balenottera comune (Balaenoptera physalus).
Colti di sorpresa, gli scienziati canadesi hanno subito contattato alcuni loro colleghi norvegesi, molti dei quali dell‘Università di Bergen, per continuare le ricerche. Il loro lavoro è stato così pubblicato in un articolo, uscito lo scorso gennaio sulle pagine di Conservation Genetics.
Tutti i campioni di balenottera azzurra analizzati dagli scienziati avevano almeno una parte del DNA di balenottera comune nel loro genoma, un fenomeno chiamato introgressione che ha permesso di capire quanto sia frequente lo scambio genetico fra queste due specie. «I nostri risultati forniscono le prime informazioni disponibili sulla struttura della popolazione delle balenottere azzurra del Nord Atlantico, documentando i livelli di introgressione delle balenottere comuni che non erano mai stati osservati dalla ricerca» scrive Sushma Jossey del Royal Ontario Museum, una delle principali autrici dello studio. Questi dati hanno permesso di capire che la riproduzione fra le due specie è quasi costante e che ogni anno nuove gravidanze danno alla luce degli ibridi.
La cosa curiosa è che in questo caso le due specie di balenottere sembrano anche produrre della prole fertile, quando nella maggioranza dei casi – come nel caso della ligre, del mulo o del zebrallo – tra i mammiferi gli ibridi in natura risultano sterili. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che le balenottere si sono separate filogeneticamente solo di recente, pochi milioni di anni fa, una condizione che ha permesso ai loro geni di rimanere ancora compatibili e di potersi combinare senza problemi.
Il sequenziamento della balenottera azzurra ha inoltre mostrato agli scienziati che questa specie ha 44 paia di cromosomi, oltre che uno schema cromosomico identico a quello della balenottera comune, che è stato osservato tramite un test chiamato C-banding.
Il primo esempio di cetaceo ibrido fu catturato nelle acque islandesi nel 1986, ma anche nel Mediterraneo sono state avvistate degli esemplari ibridi, abbastanza recentemente. Secondo gli scienziati la balenottera azzurra si accoppia con la balenottera comune per sfuggire all'estinzione. La sua specie è infatti quella che presenta un minor numero di esemplari in tutto il mondo e spesso per una femmina è difficile trovare un maschio con cui mettere al mondo dei cuccioli.
Come risposta adattativa, alcune femmine di balenottera azzurra accettano le avances dei maschi dell'altra specie, confusi probabilmente dall'odore e dalla stazza simile alla loro. Fortunatamente, finora non vi è alcun segno che il DNA della balenottera comune presente negli ibridi stia causando problemi alle balenottere azzurre. Anzi. «Può anche darsi che questa tipologia di riproduzione permetta ai piccoli di ricevere qualche vantaggio immunitario – hanno chiarito gli scienziati canadesi. – Tuttavia nel lungo periodo, l'eccessiva ibridazione potrebbe rendere le balenottere azzurre meno resistenti ai cambiamenti climatici. Ed è per questo se consideriamo le nostre analisi molto importanti per comprendere quali strategie di conservazione intraprendere da qui in futuro».
Contemporaneamente alla pubblicazione di questo studio, altri scienziati si stanno ponendo le stesse domande nei confronti di un altro caso di gravidanza abbastanza particolare, che riguarda animali molto diversi dalle balene. In un acquario della Carolina del Nord, alcuni biologi hanno infatti notato che una pastinaca sembra essere rimasta incinta di un altra specie, uno squalo bambù dalle macchie bianche.
Per quanto possa sembrare assurdo, i biologi dell'acquario hanno sottolineato sul loro blog che la paternità degli squali non è certa, ma che al momento risulta essere l'unica opzione disponibile insieme alla partenogenesi (la cosiddetta riproduzione vergine, che non ha bisogno di un maschio) per spiegare lo stato interessante della pastinaca. Queste due specie d'altronde sono anch'essi imparentati fra di loro e condividono buona parte del loro DNA.
Per avere maggiori notizie su questo nuovo potenziale caso di ibridazione, gli scienziati invitano tutti ad aspettare il parto, che dovrebbe avvenire a giorni e precedere di poco l'analisi del DNA dei nascituri.