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21 Giugno 2021
9:30

Balenottera azzurra (Balaenoptera musculus)

Le balenottere azzurre sono tra i più misteriosi cetacei viventi. Si nutrono di krill e possono raggiungere i 30 metri di lunghezza. La caccia, la presenza di plastica negli oceani e il cambiamento climatico ne minacciano la sopravvivenza, ma alcune zone stanno cominciando a sviluppare progetti di tutela.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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La balenottera azzurra (Balaenoptera musculus) è un mammifero marino dell'ordine dei cetacei appartenente al sottordine dei Mysticeti e alla famiglia dei balenotteridi, a cui appartengono 9 specie. Si riconoscono, inoltre, 4 distinte sottospecie: la balenottera azzurra settentrionale (B. m. musculus), a cui appartengono gli individui che si muovono nell'Atlantico e nel Pacifico settentrionale, la balenottera azzurra meridionale (B. m. intermedia), diffusa nell'emisfero australe, la balenottera pigmea (B. m. brevicauda), che si trova nell'Oceano Indiano e nel Pacifico Meridionale, a cui va aggiunta una sottospecie di cui la definizione è ancora in discussione, in quanto potrebbe appartenere ad una particolare forma di B. m. brevicauda, in questo caso chiamata grande balenottera indiana (B. m. indica) e diffusa appunto nell'Oceano Indiano.

La balenottera azzurra è il più grande animale del mondo e si muove nelle regioni oceaniche in cui può più facilmente reperire nutrimento. Le sue dimensioni possono superare i 30 metri di lunghezza e secondo l'International Whaling Commission (IWC) è l'animale più grande mai esistito, in grado di superare anche i più grandi dinosauri. Il più grande individuo mai osservato raggiungeva i 33 metri di lunghezza, anche se la media va dai 23 ai 30 metri mentre il peso può raggiungere le 190 tonnellate. Per dare l'idea di quanto sia grande una balenottera azzurra, basti pensare che il suo cuore è solo leggermente più piccolo di una piccola automobile.

Dove vivono le balenottere azzurre

Le balenottere azzurre sono presenti in quasi tutti gli oceani del mondo ad esclusione delle acque artiche. Sono inoltre assenti in alcuni mari come il Mediterraneo, il mare di Okhotsk e lo stretto di Bering. Sono quasi assenti nelle acque del Sud America orientale e al largo dell'Australia orientale. Lo studio delle popolazioni di balenottere azzurre è particolarmente complicato per via del ridotto numero di esemplari e per il fatto che le acque in cui sono più diffuse si trovano molto distanti dalle coste e inoltre questi cetacei solo raramente si avvicinano a zone costiere.

Uno studio condotto dall'University of Nebraska pubblicato nel 2007 ha effettuato una ricerca su 8058 individui, osservando la presenza delle balenottere azzurre negli oceani e nei mari tutto il mondo. La maggior densità è risultata nei pressi di zone in cui la concentrazione di fitoplancton, di cui esse si nutrono, è maggiore e dove si registrano fenomeni oceanografici dinamici chiamati upwelling, caratterizzati dalla risalita delle acque profonde. Le zone in cui sono state osservate più balenottere azzurre sono le coste del Perù, le acque dell'Indonesia, dello Sri Lanka, del Cile e dell'Australia meridionale. Anche il mare del Madagascar è risultato essere una zona di passaggio per questi grandi mammiferi che sembrano invece evitare le coste del Brasile e del Sud Africa, oltre al Pacifico tropicale orientale. Il 24% delle balenottere azzurre osservate si muoveva in coppia, mentre il 65% era rappresentato da individui solitari. Durante i mesi estivi dell'emisfero australe è raro, ma possibile, osservarle anche nei pressi delle acque antartiche. Il comportamento migratorio di questa specie non è ancora stato confermato dagli scienziati, i quali ritengono che vi siano alcune popolazioni che tendono a migrare, mentre altre sembrano rimanere stabili per tutto l'anno.

Come è fatta una balenottera azzurra

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Oltre alle dimensioni, per distinguere la balenottera azzurra si possono osservare le particolari screziature sui fianchi e sui lati, grazie alle quali i ricercatori compilano cataloghi che permettono di distinguere i singoli individui e studiarne il comportamento nel tempo. Un ulteriore dettaglio che permette di distinguere questo cetaceo dalle altre specie è la particolare colorazione azzurra da cui prende il nome.

La pinna dorsale è situata verso 3/4 della lunghezza dell'animale ed è tozza e decisamente sottosviluppata rispetto a quella presente sul dorso di altri mammiferi acquatici. La pinna caudale è molto grande e a differenza di quella dei pesci, nei cetacei  è disposta orizzontalmente e si muove dal basso verso l'alto e viene sbattuta con forza sull'acqua nel momento dell'immersione, serve inoltre da propulsore grazie al movimento verticale.

La balenottera azzurra non è dotata di veri e propri denti ma di fanoni, ovvero lamine simili a pettini per capelli che in passato venivano utilizzati dall'uomo per i corsetti dei vestiti o per i colletti delle camicie. Entrambi gli utilizzi sono stati oggi sostituiti con la plastica. I fanoni sono composti per la maggior parte da cheratina ma contengono anche una piccola parte ossea.

La balenottera azzurra è inoltre dotata di uno sfiatatoio che ha una funzione simile a quella delle narici per gli esseri umani. Si trova all'apice del capo e permette all'animale di respirare quando si trova in superficie. Proprio da questo particolare foro il cetaceo espelle con forza l'acqua durante l'emersione.

La vita della balenottera azzurra

Ad oggi sono ancora pochi gli studi che approfondiscono il comportamento sociale e migratorio di questi grandi cetacei. La vita sociale della balenottera azzurra rappresenta ancora un grande mistero per i ricercatori. Sebbene in alcune zone della Baja California siano stati osservati comportamenti legati alla cura dei piccoli, rimane infatti ancora molto da scoprire. I piccoli nascono generalmente in inverno dopo una gestazione che va dai 10 ai 12 mesi. Lo svezzamento dura circa 8 mesi durante i quali i piccoli raddoppiano le proprie dimensioni guadagnando fino a 90kg di peso al giorno, anche grazie al latte materno che ha un contenuto di grassi pari al 30% – 40%. Le balenottere azzurre comunicano attraverso richiami sonori non percepibili dagli esseri umani. Gli infrasuoni emessi  sono i più bassi conosciuti e vanno dai 17 ai 20 Hz.

L'unico predatore della balenottera azzurra conosciuto è l'orca, ma tale predazione è un evento molto raro anche perché la balenottera azzurra talvolta è in grado di superare l'orca in velocità e scappare. La balenottera azzurra, infatti, è il più veloce animale appartenente al sottordine dei misticeti, in grado di raggiungere i 37 Km/h, anche se normalmente non supera i  7 Km/h.

Cosa mangiano le balenottere azzurre

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Sebbene alcune leggende e alcune favole la descrivano come un animale in grado di nutrirsi di uomini, non è così. Le balenottere azzurre, infatti, si nutrono prevalentemente di piccoli crostacei simili ai gamberetti chiamati krill. Le specie di krill sono diverse in base alla zona oceanica di riferimento ma il metodo utilizzato per nutrirsi è sempre lo stesso: questa specie infatti si lancia negli "sciami"di crostacei tenendo aperta l'enorme bocca. Con questo gesto le balenottere azzurre possono inghiottire più di 100 tonnellate di acqua e krill in pochi istanti, per poi chiudere la bocca e, grazie all'utilizzo di specifiche pieghe ventrali all'interno della gola, filtrare il nutrimento espellendo l'acqua attraverso i fanoni, ovvero le particolari lamine che sostituiscono i denti e permettono alle balenottere di trattenere il krill.

Le balenottere azzurre e l'uomo

Le balenottere azzurre vengono considerate a rischio di estinzione dall'IUCN a causa non solo della caccia, ma anche per via della sempre maggiore presenza di plastica nei mari e negli oceani del mondo, problematica che sta vedendo un ulteriore peggioramento a causa delle mascherine utilizzate nell'ultimo anno dopo l'avvento della pandemia di Covid-19.  A partire dal 1966, le balenottere azzurre vengono ritenute specie protetta e infatti sembra che le popolazioni siano in lento aumento. La popolazione che maggiormente rischia l'estinzione è quella antartica, mentre per quanto riguarda le balenottere azzurre pigmee vi è una vera e propria carenza di dati numerici a causa del quale risulta complicato determinare il numero totale di balenottere azzurre in vita che va approssimativamente dai 5 i 15 mila individui

La cattura accidentale di questi animali rappresenta un'ulteriore minaccia per la loro sopravvivenza esattamente come per tutti gli altri cetacei, ma grazie alle loro grandi dimensioni sono in grado di liberarsi da alcune reti, a differenza di quanto accade a mammiferi marini più piccoli come i delfini. Il 12% delle balenottere azzurre che vivono nelle acque del Canada presenta comunque cicatrici potenzialmente riconducibili alla liberazione da reti da pesca. A rappresentare un ulteriore pericolo per questa specie sono l'utilizzo commerciale del krill di cui si nutre e il cambiamento climatico che influisce sulla presenza di nutrimento in alcune zone di diffusione.

Lo stato messicano della Baja California è particolarmente interessato dal passaggio di balenottere azzurre nei mesi tra febbraio ed aprile, quando il whale whatching diventa anche un importante fonte di sviluppo turistico. In questi luoghi stanno partendo proprio negli ultimi anni progetti di tutela della specie che stimolano l'emanazione di normative in grado di imporre un controllo delle imbarcazioni di passaggio nella zona di Loreto, fulcro della popolazione del mare di Cortès, il mare interno della penisola della Baja California.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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